Svizzera: un caso di reinfezione da MPOX in un MSM HIV-negativo senza immunosoppressione, è stato appena segnalato in Clinical Infectious Diseases verificatosi sei mesi dopo la prima infezione.
Gran Bretagna: Un caso simile è stato riportato anche nel BMJ all’inizio di quest’anno, con solo quattro mesi tra le due infezioni, durante i quali l’uomo aveva anche ricevuto due dosi del vaccino Jynneos.

L’infezione da Monkeypox (MPOX) per le persone con un danno immunologico grave rappresenta un rischio maggiore per la salute. É questo l’aspetto sul quale vogliamo richiamare l’attenzione con la Campagna di Informazione promossa dal Ministero della Salute e INMI L. Spallanzani alla quale abbiamo partecipato insieme a Anlaids, Arcigay, ASA, Circolo Mario Mieli, CICA, CNCA, GAYNET, LILA ONLUS, NPS, PLUS
Come operatore presso il check point di Milano, Daniele, alla sua prima partecipazione a CROI ci ha riportato molte impressioni sulla innovazione data dalla presenza e dagli studi sviluppati dalla community: si è soffermato sul nuovo concetto lanciato da AVAC e sul concetto di Partners in Science, riferendosi alla sessione di apertura ove ha parlato una persona proveniente dal Sudafrica. Ci ha confermato la gravità dei dati sul MPOX e la mancanza di accesso a prevenzione vaccinale, farmacologica e di terapia in vaste regioni del mondo. Nella sua qualità di operatore ha sottolineato la prospettiva che proviene da Doxipep e da Doxivac, nuovi strumenti di prevenzione preziosi in alcuni setting particolarmente difficili.
Ha selezionato alcune riflessioni dall’insieme di studi riportati alla Conferenza, confermando che gli aspetti di rischio più gravi e comuni provengono dalla malattia cardiovascolare in presenza di HIV, sottolineando che depressione, ansia e ipertensione sono di per sé fattori indipendenti che concorrono alla co-patologia, seguiti dalle fragilità che derivano dalle cadute e dai conseguenti danni ossei, soprattutto in persone che invecchiano.
Centrale in questo periodo in cui sono arrivate le prime terapie iniettabili di lunga durata lo studio in aperto a 12 mesi SOLAR che conferma la validità viro-immunologica dell’alternativa a due farmaci iniettabili ogni due mesi rispetto a quella orale quotidiana a tre farmaci. La discriminante per comprendere la scelta del braccio di terapia è legata ai fattori psico-sociali individuali.
Una panoramica sulle terapie disponibili o in studio che vanno da dosaggi orali quotidiani a iniettabili a sei mesi. Confermata l’efficacia dei vaccini mRNA per Covid 19, che rappresentano un criterio potenziale per lo studio di vaccini preventivi per altre patologie. La Prof. Mussini rileva la gravità del MPOX in persone con danno immunologico, in quanto è stata riportata l’incidenza di mortalità oltre il 20% nelle persone con CD4 bassi. La viremia plasmatica alta è un fattore di rischio indipendente da quello immunologico. Da non sottovalutare il rischio legato agli stili di vita, malgrado la diminuzione delle nuove diagnosi, soprattutto in considerazione dell’elevata incidenza dei “late presenters” in Italia.
Definito il più grande cambiamento nei criteri di disegno degli studi clinici, la Food and Drug Admin. chiede alla ricerca di includere nei trials anche “le diversità”, ossia le persone con patologie pre-esistenti, o comunque diversità di qualsiasi tipo.
Domenica 19 febbraio inizia l’edizione 2023 di CROI con le novità sulla ricerca per l’HIV, le epatiti virali, la tubercolosi, Covid 19 e MPOX.
È stato un percorso lineare quello tracciato dalla prof. Di Gianbenedetto per spiegarci la complessità e le variabili relative alla personalizzazione della terapia antiretrovirale: criteri che guidano le scelte oggi disponibili in considerazione dei benefici e le criticità.
È stato interrotto il 12 gennaio scorso lo studio MOSAICO in fase III per lo sviluppo del vaccino con vettore adenovirus 26 dell’HIV su segnalazione del DSMB (Data Safety Monitoring Board), gruppo indipendente di specialisti che valutano i parametri di efficacia, tollerabilità e eventi avversi.