Usa, curati e derubati

Una legge controversa cambia il sistema sanitario degli Stati Uniti, allarga il deficit e colpisce i più poveriUna vera battaglia infuria da alcuni giorni al Campidoglio di Washington intorno a una delle riforme più complesse e contorte mai discusse in Congresso: la concessione a 41 milioni di pensionati della copertura per l’acquisto di medicinali, prima grande riforma del sistema di assistenza sanitaria Medicare, introdotto da Lyndon Johnson nel 1965. Un nuovo colpo da 400 miliardi di dollari nell’arco di 10 anni sulle già squassate finanze pubbliche statunitensi. L’aggravio del deficit è tuttavia solo un aspetto, anche se non il minore, di una complessa misura, dispiegata in un testo di 691 pagine già approvato dalla Camera dei rappresentanti, con 220 voti contro 215, all’alba di sabato scorso, dopo una notte di fuoco che ha visto i rappresentanti repubblicani ritardare con tutti i mezzi il voto per strappare quanti più sì fosse possibile. Lo stesso George Bush, venerdì, aveva trascorso buona parte del suo viaggio di ritorno dalla Gran Bretagna a premere sugli indecisi. D’altra parte, con l’aria che tira tra Iraq e ripresa economica che non decolla, è un colpo grosso assicurarsi tanti milioni di voti di un ceto che, a differenza di tanti milioni di americani, a votare ci va. Superato il vaglio della Camera, lo scontro si è immediatamente spostato al Senato che si è riunito persino di domenica per accelerare l’approvazione. Il voto finale, atteso per lunedì, al momento in cui scriviamo non è ancora cosa fatta. Molti democratici hanno promesso di fare ostruzionismo. Uno dei più determinati è Edward Kennedy che definisce la riforma «una questione di vita o di morte», da discutere a lungo, visto che cambierà i connotati al sistema che da quasi 40 anni assicura l’assistenza sanitaria agli anziani e ai disabili degli Stati uniti. Il senatore del Massachusetts non risparmia gli aggettivi, soprattutto riguardo all’aspetto più dirompente della legge: l’entrata nel sistema (per la prima volta nella storia Usa) delle compagnie private, che dovrebbero competere con le strutture pubbliche, nella gestione di un affare da centinaia di miliardi di dollari. «Non si tratta di competizione» afferma Kennedy «questo è un furto, uno scandalo». Nancy Pelosi, capogruppo democratico alla Camera, parla invece di «un cavallo di Troia» introdotto dai repubblicani per vincere una guerra condotta contro il Medicare da quasi 40 anni. Perché una legge dall’apparenza encomiabile, in un paese dove 42 milioni di persone mancano di una qualunque assistenza sanitaria, non lo sarebbe affatto? Una delle ragioni la spiega il Center for Budget Policy, organismo indipendente che monitora le decisioni di Washington, secondo il quale 6,4 milioni di americani a basso reddito saranno di fatto costretti dalle nuove misure a pagare persino di più per procurarsi le medicine di cui necessitano, in base a disposizioni che, per risparmiare, tagliano di fatto l’integrazione che, nell’acquisto dei medicinali, veniva garantita ai più poveri dal Medicaid, l’altra branca del sistema sanitario statunitense. Siccome i poveri non potranno sborsare di più per pagarsi le medicine necessarie, di fatto dovranno farne a meno. Un altro aspetto scandaloso della legge, e tra i più aspramente discussi, è quello che proibisce al governo di negoziare con le compagnie farmaceutiche prezzi più bassi per le medicine fornite dal Medicare. Proibizione che non vale invece per le assicurazioni e le compagnie private, che invece possono contrattare (oltre a potersi scegliere i «clienti» migliori, lasciando allo stato gli insolventi) . Ma d’altra parte, non devono essere più competitive? Intanto, anche le compagnie farmaceutiche, grandi finanziatrici della Casa bianca, ringraziano. A tutto si aggiunga l’aspetto labirintico della legislazione, frutto di una contrattazione esasperata in sede congressuale. Una normativa nella quale ogni persona normale rischierà di perdersi, perdendo così anche i propri diritti. L’attuazione è prevista dal 2006. Nel frattempo, entro sei mesi dall’approvazione, i pensionati avranno una specie di tessera che gli consentirà di ottenere uno sconto fino al 25% sul prezzo dei farmaci.