Secondo Osmed farmaci più cari per i cittadini

Un calo secco del 7,1% della spesa netta a carico del Servizio sanitario nazionale, ma contemporaneamente un’impennata del 15,9% dei costi sostenuti direttamente dai cittadini. Lo Stato spende sempre meno per i farmaci, mentre aumenta la quota sborsata di tasca propria dagli assistiti. È il risultato dei primi nove mesi di consumi di pillole e sciroppi rispetto all’analogo periodo gennaio-settembre del 2002. A fotografare l’andamento della spesa farmaceutica è il freschissimo rapporto dell’Osmed, l’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali del ministero della Salute. Uno studio che conferma la gelata della spesa pubblica e che, una volta di più, rende conto delle fortissime differenze esistenti tra una Regione e l’altra, frutto sia delle condizioni di partenza, che delle differenti strategie adottate per il controlli dei conti del settore, tra chi ha usato la leva dei ticket e chi invece ha preferito percorrere altre strade, come a esempio la distribuzione diretta. A incidere pesantemente sull’andamento della spesa – avverte l’Osmed, sottolineando anche l’assenza di dati sui farmaci erogati direttamente dal Ssn extra farmacia – sono stati i tagli dei prezzi, che hanno inciso complessivamente per il 6,4 per cento: dalla riduzione del 2% in più in vigore dall’inizio del 2003 (aggiuntiva al -5% introdotta nell’aprile 2002) all’applicazione del cut-off. Pressoché invariati sono rimasti invece i consumi, che hanno continuato a spostarsi verso i farmaci nuovi e più costosi. Da gennaio a settembre scorso, comunque, la spesa farmaceutica complessiva (pubblica e privata), è stata del 2% superiore a quella dell’analogo periodo 2002. La spesa pubblica lorda è calata del 3,5%: un dato, questo, che si verifica per la prima volta dal 1995. La spesa netta del Ssn ha toccato quota 8,24 mld con un arretramento, come detto, del 7,1% sui primi nove mesi del 2002. Quanto alla spesa privata (+15,9%), va segnalato l’aumento del 37,7% dei farmaci erogati dal Ssn, la crescita del 15,4% dei farmaci di classe C (interamente a carico dei cittadini) e del 10% dei prodotti di automedicazione. Un risultato, si spiega, che è dovuto in parte allo spostamento in classe C di farmaci fino a novembre 2002 in parte gratuiti. Sotto il tetto di spesa del 13% si trovano fino a settembre sei Regioni: Piemonte (12,04), Valle d’Aosta (12,97), Lombardia (12,51), Trentino (11,67), Veneto 12,09), Toscana (12,84). Emilia Romagna (13,62) e Umbria (13,44), entrambe senza ticket, sono assai prossime al tetto. Le altre 13 Regioni superano invece più decisamente il limite del 13%: Lazio (18,06) e Sicilia (17,16) sono al top. I farmaci più gettonati restano quelli del sistema cardiovascolare, sia in termini di spesa lorda (3,1 mld, pari a 53,9 euro pro-capite) che di consumi, valori per i quali hanno fatto segnare nel 2003 i maggiori incrementi percentuali.