NUOVE STRATEGIE TERAPEUTICHE PAZIENTE-ORIENTATE: PRESENTE E FUTURO

On-line le presentazioni dei relatori al seminario di Nadir del 20 settembre 2018 e le principali considerazioni emerse. 60 partecipanti appartenenti a oltre 20 associazioni di pazienti e/o comunità colpite.

  1. L’utilizzo della terapia antiretrovirale di combinazione (cART) al fine di garantire il benessere della persona con HIV è l’aspetto centrale della gestione clinica: se l’inizio tempestivo della cART è oramai diventato patrimonio di tutte le Linee Guida sulla materia, nazionali ed internazionali, l’ottimizzazione della stessa, a seguito di quanto raccomandato nei documenti di riferimento, rimane un ambito pur centrale, quanto aperto nella scelta della strategia, a seconda delle imprescindibili caratteristiche individuali del paziente.
  2. E’ in questo contesto che l’infezione da HIV, grazie ai benefici della cART, si profila oramai come malattia cronica, vedendo la popolazione colpita invecchiare sempre più: le problematiche tipiche dell’aging, quali ad esempio la gestione di multimorbidità e delle co-patologie, nonché le conseguenti terapie, sono esperienze all’ordine del giorno, e quindi opportunamente da affrontarsi con strategie antiretrovirali specifiche.
  3. In presenza di una cART efficace nel lungo-lunghissimo termine e (non esclusivamente) in un contesto polipatologico, la persona con HIV è soggetta all’aumento del numero di farmaci/die, fenomeno noto come polypharmacy, che porta con sé l’insidia delle interazioni tra farmaci. Questo aspetto costringe il medico ad una attenta riflessione, pena l’inefficacia di parte o tutto il “regime complessivo” del paziente, nonché il possibile aumento di effetti collaterali dovuta alla variazione delle concentrazioni degli stessi famarci. Inoltre, la letteratura associa indiscutibilmente la polypharmacy alla “non aderenza”, selettiva e non, ad un regime terapeutico, nonché all’aumento della mortalità.
  4. L’anno 2018 sta vedendo importanti novità scientifiche sulle terapie ‘paziente-centrate’, con possibili implicazioni di entità non trascurabile sulle scelte strategiche terapeutiche delle persone con HIV. Si vuole dunque nuovamente affrontare la tematica, in tutti i segmenti di pazienti (naïve experienced), al fine di fornire nuovi elementi di riflessione per la comunità.

Il fine ultimo di questa giornata di formazione è quello di fornire una informazione consapevole alle persone con HIV/AIDS e agli operatori del settore, nonché strumenti alle associazioni territoriali, in modo da garantire ai pazienti stessi l’acquisizione del know-how necessario per interagire al meglio con il curante su questo ‘nuovo volto’ della terapia antiretrovirale.

DA 3 A 2 FARMACI: COSA DICE LA SCIENZA

Moderatore: Filippo Schlösser

 

Massimo Andreoni – REGIMI A DUE FARMACI OGGI: OPPORTUNITÀ E ALLERTE
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Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Roma

Andrea Antinori – I RISULTATI DEGLI STUDI GEMINI: QUALI SONO LE POSSIBILI IMPLICAZIONI?
Scarica la presentazione.
Istituto Nazionale Malattie Infettive L. Spallanzani, Roma

Domande & Risposte

 

DA 3 A 2 FARMACI: COSA DICONO LE PERSONE CON HIV

Moderatore: Filippo Schlösser

Simone Marcotullio – INTRODUZIONE: QUALI DATI CI SONO A DISPOSIZIONE?
Scarica la presentazione.
Nadir Onlus, Roma

 

Sessione interattiva

  • Le associazioni territoriali ricevono domande sul ’numero’ di farmaci prescritti?
  • Due farmaci per trattare l’HIV nella persona che inizia la terapia: quali possibili questioni?
  • Racconti di esperienze a due farmaci: quali dubbi, quali opportunità, quali difficoltà, quali vantaggi?

Sintesi della sessione:

  • Le persone con HIV più giovani, sotto i 30 anni, richiedono più spesso informazioni sulle duplici terapie: probabilmente lo stimolo deriva dalla volontà di volersi informare su terapie che, consapevolmente, dovranno essere assunte per molto tempo. Il web per loro è fonte di informazioni, non sempre attendibili: il confronto con le associazioni è dunque cercato e attuale.
  • Il desiderio di “cercare” o “ricercare” l’assunzione di meno farmaci, di meno principi attivi, è presente e diffuso tra le persone con HIV. Così anche il timore che questi regimi siano più deboli. Tuttavia, nel loro immaginario, il ‘peso della malattia’ è, in qualche modo, associato al carico di farmaci assunti (quindi al numero di farmaci assunti). A sua volta, il carico di farmaci è accostato alla possibile manifestazione di effetti collaterali: più sono le molecole assunti, maggiori sono i possibili effetti collaterali.
  • Emerge la necessità di fornire alla persona con HIV/paziente tutti i possibili strumenti per avere un rapporto con il medico curante ‘consapevole’ e ‘adeguatamente informato’.
  • Questo perché i risultati degli studi che riguardano duplici regimi terapeutici basati su dolutegravir generano, in potenza, la possibilità di un cambio epocale nel paradigma terapeutico tradizionalmente a 3 farmaci. Ciò che nei prossimi anni, dunque, si prospetta è la frammentazione dell’opinione dei medici su questo tema.

  

Iniziativa resa possibile grazie al supporto incondizionato di ViiV Healthcare.