Decolla l’Agenzia Italiana dei Medicinali

Un colpo d’accetta alla burocrazia, anche per convincere le industrie a investire in Italia, e la promessa di mettere in moto il volano della R&S.Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, riapre le porte al rilancio della nuova politica industriale per il settore farmaceutico, ma anche un altolà: la necessità di una maggiore «moralizzazione del sistema», stroncando «conflitti d’interesse», lobbies, «consulenze mediche strane», i «troppi congressi medici».

E il presidente di Farmindustria, Federico Nazzari, illustra la posizione delle industrie: il richiamo alla «moralizzazione deve essere rivolto a tutto il sistema della sanità. Deve esserci più etica da parte delle aziende, ma anche da parte dello Stato. Noi la nostra parte l’abbiamo fatta e la stiamo facendo». È con questo richiamo alle “cose” da fare e a quel tavolo ripetutamente annunciato (ma che nessun falegname finora ha costruito) che ieri a Roma è stata inaugurata l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Lo strumento operativo, organo di alta consulenza di Governo e Regioni sulle politiche farmaceutiche, dovrà tenere le fila di un settore in perenne fibrillazione, su cui solo negli ultimi tre anni sono piovute otto manovre consecutive. E che, con la Finanziaria 2005, potrebbero salire di numero.

Come dire che l’Aifa, appena nata, dovrà subito affrontare l’emergenza. Mentre il suo mestiere dovrà essere la strategia, il monitoraggio a vastissimo raggio dei flussi di spesa. Aspetti che seguirà con banche dati all’avanguardia anche rispetto al resto d’Europa (ieri è stato inaugurato il portale, in lingua italiana e inglese: www.agenziafarmaco.it) e con ambizioni ora tutte da mettere alla prova.

L’obiettivo della riduzione dei tempi per l’immissione in commercio dei nuovi farmaci è stato apertamente dichiarato sia dal neo presidente, Antonella Cinque, che dal direttore generale dell’Aifa, Nello Martini. La speranza, anche a breve, è di dimezzare gli attuali tempi di registrazione (da 6 a 2-3 mesi), già calati negli ultimi anni. In questa corsa ad agganciare il treno europeo, un grande sforzo dovrà essere fatto anche per la realizzazione in Italia dei trial clinici, terreno fondamentale per catturare quegli investimenti che invece stentano ad arrivare o che addirittura se ne vanno.

Proprio su questo punto è intervenuto Sirchia: «Non tolleriamo di essere solo terra di vendita», ha affermato e ha sottolineato la volontà di «attrarre capitali». E di creare, anche grazie all’Aifa, «le condizioni vere» sulla base di una «nuova politica industriale». Di qui il richiamo del ministro alla «moralizzazione» del sistema e al dovere di realizzare una «ricerca indipendente». Se «verranno create le condizioni perché le aziende vengano a investire – ha assicurato Nazzari – allora si possono fare dei programmi».

Prove tecniche di dialogo, insomma. Intanto sull’Aifa ha puntato gli occhi anche la Ragioneria generale: «È un elemento fondamentale per un miglior utilizzo delle risorse e per avere una sanità efficace ed efficiente», ha detto il Ragioniere generale dello Stato, Vittorio Grilli. Il quale ha aggiunto: «Non sono qui per togliere la benzina», vale a dire i fondi. Pronta la replica di Sirchia: «Verificherò martedì alla Ragioneria». L’occasione sarà fornita dall’incontro per chiarire le disponibilità finanziarie per il 2005.