CROI 2018: VIDEO INTERVISTE DEL PRESIDENTE DI NADIR E TEMI PRINCIPALI

Massimo Andreoni (Università di Tor Vergata -Roma), Gianni Di Perri (Università degli Studi di Torino/Amedeo di Savoia), Massimo Galli (Università di Milano, Presidente SIMIT) video-intervistati dal Presidente di Nadir Filippo von Schloesser, delineano i principali temi affrontati nella conferenza; 25-esima edizione (Boston, 4-7 Marzo 2018). A seguire, l’anticipazione dell’articolo di Delta 81.

Di seguito i temi affrontati nelle Video-interviste.

Massimo Andreoni:

  • Profilassi Pre-Esposizione: una strategia efficace
  • Cenno sui farmaci Long-Acting
  • Verso la “cura” dell’HIV? L’importanza dei reservoires
  • L’esigenza di cercare nuovi marcatori di malattia
  • L’apparato linfatico, l’invecchiamento e l’infiammazione

Gianni Di Perri:

  • Nuovi farmaci (bictegravir) e nuove strategie terapeutiche (dual vs triplice)
  • Linfonodi e ruolo dei farmaci
  • Capello e Farmaci: un nuovo modo per misurare l’aderenza?
  • Coinfezione HIV/HCV e Epatite C: bisogna comunque eradicare!

Massimo Galli

  • Le persone con HIV vulnerabili/fragili
  • Convivere con l’HIV nel lungo termine: l’invecchiamento
  • Le comorbosità e la polifarmacia
  • Il D-dimero e la possibile previsione di eventi clinici
  • Il Piano Nazionale AIDS ora vigente: deve diventare parte del LEA.
  • HIV: una malattia “cronica se trattata”, ma “non proprio cronica”…
  • Il “terzo novanta” deve essere una realtà per tutte le popolazioni vulnerabili
  • MSM e lavoratori/lavoratrici del sesso: due popolazioni da attenzionare
  • In Italia l’educazione sessuale rimane un tabù

Di seguito l’anticipazione dell’articolo di Delta 81.

Abbiamo assistito a poche novità nel panorama della terapia durante la 25ma edizione della conferenza. La ricerca è nella fase di sviluppo di alcuni temi: l’importanza dei serbatoi di latenza (reservoires), l’esigenza di cercare nuovi marcatori di malattia, entrambi collegati alla speranza di trovare una cura funzionale. Si continua, quindi, ad indagare su aspetti non ancora risolti quali la PrEP che deve essere inquadrata come profilassi per le nuove infezioni e quindi come profilassi a disposizione per i cittadini come strumento per diminuire il virus che causa nuovi contagi.

Sempre maggiore l’enfasi data al tema dell’invecchiamento, che comporta cambiamenti fisiologici ancora poco esplorati in HIV, le comorbosità collegate e la polifarmacia. Si è espressa la necessità di trovare nuovi marcatori di infiammazione, in quanto predittori di malattia.

Presentati alcuni studi su nuovi farmaci che valutano la “non-inferiorità” a confronto con quelli approvati, ma che si configurano più facili, meno tossici e forse più penetrativi.

NUOVI FARMACI

Doravirina – In pazienti naïve, DOR/3TC/TDF versus EFV/3TC/TDF ha mostrato un’efficacia virologica e immunologica simile in tutti i sottogruppi dello Studio  DRIVE-AHEAD: genere, etnia, sottotipi virali e carica virale al basale > 100.000 cp/mL. Il farmaco è un NNRTI a somministrazione di 100 mg una volta al dì, con o senza cibo, che non presenta tossicità nell’ambito neurologico. I risultati complessivi dello Studio che ha coinvolto circa 360 pazienti per braccio a 48 settimane erano già noti: l’efficacia virologica dell’80% era paragonabile nei gruppi. Questa ulteriore analisi conferma la possibilità di utilizzare il farmaco in molti contesti. La commercializzazione avverrà in singola compressa co-formulata (DOR/3TC/TDF) direttamente da Merck (Chloe Orkin, abs 491).

Bictegravir – In pazienti viro-soppressi, cambiare il regime terapeutico da DTG/ABC/3TC a B/FTC/TAF ha dimostrato non inferiorità in uno studio in doppio cieco e randomizzato (Molina JM, abs 22) che ha coinvolto circa 280 pazienti per braccio. Dopo 48 settimane, la viremia non rilevabile è rimasta tale rispettivamente nel 95% e nel 93,6% dei pazienti. Simili i cambiamenti dei marcatori ossei, mentre sul rene, l’eGFR è salito di 1.0 mL/min con B/F/TAF ed è diminuito di 1.8 mL/min con DTG/ABC/3TC (P < 0.001). B/FTC/TAF si è mostrato efficace anche in donne viro-soppresse che assumevano un regime basato su inibitori delle proteasi potenziati e/o inibitori dell’integrasi (Kityo C, abs 500), mantenendo la soppressione virologica in oltre il 96% dei casi a 48 settimane, e in adolescenti (12-18 anni) a 24 settimane (Gaur A, abs 844). Bictegravir è un nuovo inibitore dell’integrasi che non richiede potenziamento, è commercializzato in USA nella combinazione a singola compressa B/FTC/TAF (Biktarvy®).

Ibalizumab – Durante il congresso, sulla scorta di dati presentati al CROI dello scorso anno, è giunta la notizia che la Food and Drug Administration ha approvato il farmaco (Trogarzo™), prodotto dall’azienda canadese Theratechnologies. E’ il primo anticorpo monoclonale Long Acting (infusione ogni due settimane) che non ha interazioni con altri farmaci e non ha cross-resistenza con altri antiretrovirali. Il farmaco è atteso in quanto, assieme ad un regime di background ottimizzato, è una valida opzione per i pazienti multi-resistenti. In attesa l’approvazione da parte dell’EMA.

INIBITORI DELL’INTEGRASI…

Il quoziente inibitorio, ossia il rapporto tra la concentrazione del farmaco e la sensibilità del virus al farmaco stesso, è un indicatore di attività antivirale del farmaco nei confronti del virus. In uno studio di farmacodinamica (Fletcher CV, abs 27) su 34 persone che assumevano dolutegravir, elvitegravir (potenziato con cobicistat) e raltegravir, tali indici si sono dimostrati molto minori nel tessuto linfoide rispetto a quanto già noto nel sangue periferico, ponendo così l’accento sul rischio di incompleta soppressione virologica nei compartimenti. Questo aspetto è importante per avvicinarsi all’obiettivo, forse oggi meno irragiungibile, della cura funzionale dell’HIV.

… E TESSUTO LINFOIDE

Proprio nei compartimenti linfonodali, analizzabili con biopsie tra cui quella della mucosa rettale e di tanti altri tessuti, gli studi dimostrano che il virus è molto più presente qui nel sangue periferico che normalmente viene analizzato nella pratica clinica, ma per controllare il virus in questi serbatoi, bisognerà cercare nuovi marcatori della malattia. Inoltre i linfonodi invecchiano come ogni parte del corpo e tendono a diventare fibrosi e più difficili da penetrare da parte dei farmaci. Gli studi sui tessuti linfoidi obbligano a considerare il ruolo che svolge l’infiammazione cronica, elemento chiave per comprendere come l’infezione da HIV prosegue il suo percorso anche nel periodo di latenza nei compartimenti linfoidei, quando il virus è non-quantificabile nel sangue.

CAPELLO E ADERENZA

I livelli di antiretrovirali trovati nel capello sono predittori indipendenti di fallimento virologico. E’ quanto emerge da uno studio ACTG (Gandhi M, abs 24) che ha randomizzato persone con HIV naïve che iniziavano il trattamento con atazanavir/r, darunavir/r o raltegravir, associati a TDF/FTC. La correlazione con l’aderenza auto-riportata è stata debole, confermando un dato già noto.

HIV E TUBERCOLOSI

Nello Studio di fase IIIB INSPIRING (Dooley K, abs 33), multicentrico e in aperto, la somministrazione di 50 mg di Dolutegravir BID assieme a regimi contenenti rifampicina ha dimostrato alta efficacia virologica (81%) e una buona risposta immunologica a 24 settimane su 113 pazienti coinfetti HIV/TB, ponendosi come alternativa ad EFV.

STATINE E CANCRO

L’utilizzo di statine è legato a un diminuito rischio del 40% di sviluppo di ogni cancro, indipendentemente dall’HIV. E’ quanto emerge da un’analisi della Coorte VACS su persone con e senza HIV: sono stati presi in considerazione 12.041 utilizzatori di statine e uno stesso numero di non utilizzatori. Quasi il 97% erano uomini (vista la coorte) e 5015 avevano l’HIV (Bedimo R, abs 132). L’effetto protettivo appare maggiore su alcuni tumori di origine virale.

MARCATORI DI INFIAMMAZIONE

In un’analisi dello Studio START (Baker JV, abs 74) emerge che l’IL-6, il D-Dimero, i CD8 e il rapporto CD4:CD8 possono essere utilizzati per predire la prognosi. In particolare, l’IL-6, il D-Dimero e il rapporto CD4:CD8 forniscono contributi tra loro indipendenti per il rischio di eventi clinici, tuttavia limitati ai rispettivi singoli meccanismi che generano un’elevata infiammazione.

ANELLO VAGINALE

Due studi paralleli e in aperto MTN 025 (HOPE) e IPM 032 (DREAM) hanno preso in considerazione anelli vaginali contenenti 25 mg del NNRTI dalpivirina per prevenire l’HIV. I ricercatori hanno stimato che in entrambi gli studi vi è stata una diminuzione del 54% delle nuove infezioni, pur non essendoci negli studi una comparazione con il placebo (Baeten J, abs 143 LB e Nel A, abs 144LB).