Cina, a 77 anni in prima fila contro l’Aids

In Cina ci sono migliaia, forse decine di migliaia, di bambini orfani di genitori morti per Aids che non hanno la possibilita’ di studiare, di trovare una famiglia che li accolga, di curarsi. Secondo la dottoressa Gao Yaojie, che a 77 anni e’ in prima linea nella lotta alla malattia, questo e’ il problema piu’ grave creato dalla diffusione dell’ Hiv, il virus dell’ Aids, nel paese.”Quanti sono? Non lo so, guardate le cifre dei malati e pensate che ognuno di loro ha avuto almeno un figlio”, ha detto la dottoressa parlando un gruppo di giornalisti ai margini del seminario intitolato ”No all’ Aids, no alla Sars”, organizzato
a Pechino dall’ Universita’ Tsinghua. Dopo anni di dinieghi, il governo cinese ha ammesso che in Cina ci sono 840mila sieropostivi (portatori del virus Hiv), 80mila dei quali sono malati di Aids. Gli esperti affermano che la cifra reale e’ superiore al milione di sieropositivi, piu’ di duecentomila dei quali sarebbero malati di Aids. L’Organizzazione Mondiale della Sanita’ ha sostenuto che, se non
si correra’ ai ripari, i sieropositivi potrebbero essere 15 o 20 milioni nel 2010. Minuta, col volto segnato dalle rughe ed il passo incerto, Gao Yaojie denuncia da otto anni, in tutti i modi, la drammatica situazione dell’ Aids in Cina, incurante delle minacce e delle intimidazioni che le vengono rivolte costantemente. ”Anche oggi sono potuta venire a Pechino per caso, perche’ se lo avessero
saputo me lo avrebbero impedito”, ha detto Gao. ”Il responsabile politico dell’ ospedale nel quale lavoravo – ha proseguito – mi ha contattata per consigliarmi di non parlare troppo, ha anche telefonato a mio genero chiedendogli di
convincermi a rinunciare al mio intervento ”. Nel caso piu’ clamoroso di sabotaggio, nel 2001, le autorita’ dell’ Henan impedirono alla dottoressa di recarsi negli Usa per ritirare un premio di 19mila dollari conferitole da un’ organizzazione
umanitaria. I soldi del premio sono poi stati usati per stampare e diffondere due libri di informazione sull’ Aids scritti da Gao Yaojie. ”Pensavo che l’ Aids fosse portato soprattutto dai rapporti sessuali con persone infette – racconta la dottoressa – ma poi
conoscendo migliaia di malati ho scoperto che in Cina la maggioranza di loro (l’ 84 per cento, secondo organizzazioni non governative) ha contratto la malattia attraverso trasfusioni o
uso di prodotti derivati da sangue infetto”. Non e’ chiaro come sia emerso lo scandalo della provincia dell’ Henan, nella Cina centrale, dove migliaia di persone hanno contratto l’Hiv donando il sangue ad organizzazioni private che lo rivendevano agli ospedali: di sicuro, Gao Yaojie – che vive nell’ Henan – ha avuto un ruolo di primo piano nella denuncia della situazione. La dottoressa era in pensione da sei anni e forniva i suoi servizi volontariamente a centinaia di ammalati quando e’
incappata nella sua prima paziente di Aids: sia la donna – che e’ morta – che il marito avevano donato sangue attraverso le organizzazioni private che battono le campagne cinesi a caccia di donatori. Da allora, Gao Yaojie e’ impegnata a tempo pieno nella lotta all’ Aids ed in particolare a migliorare la situazione degli orfani. ”Solo per sette di loro ho trovato una buona sistemazione
presso famiglie adottive. Non solo questi bambini vivono una situazione drammatica, sono poverissimi e soggetti a pesanti discriminazioni ma hanno anche gravi problemi psicologici”, spiega Gao. La dottoressa afferma di non essere in grado di fare delle cifre complessive ma racconta che sui duemila abitanti del villaggio di Xinzhuan, nell’ Henan, seicento sono sieropositivi. Al seminario che si e’ tenuto alla Tsinghua sono intervenuti alti responsabili cinesi – come il ministro della Sanita’ Wu Yi -, l’ ex presidente americano Bill Clinton e
illustri scienziati. Attivisti delle organizzazioni non
governative e dei gruppi di omosessuali sono stati invitati come oratori. Nonostante questo, Gao Yaojie rimane pessimista: ”ci vorrebbe una mobilitazione come quella che e’ stata lanciata
contro la Sars con controlli quotidiani, a tappeto. Soprattutto – conclude Gao Yaojie – bisognerebbe dire la verita’, perche’ senza un’ informazione corretta l’ Aids non puo’ essere sconfitto”.