AIDS: non è tempo di festeggiare ma di lanciare allarmi

Sono stati resi noti ieri dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) i primi risultati del piano “3X5” lanciato nel 2003 con l’obiettivo di portare i farmaci anti-Aids a 3 milioni di sieropositivi nel mondo. L’Oms ha annunciato che il numero di malati dei Paesi poveri che oggi ha accesso ai farmaci sono passati dai 440mila di luglio 2004 a 700mila alla fine dell’anno.Secondo Medici Senza Frontiere questa cifra è ancora incredibilmente bassa se si pensa che nel mondo ci sono almeno 6 milioni di sieropositivi che si trovano in una fase della malattia che richiede immediatamente una terapia a base di anti-retrovirali. “In sostanza – afferma Stefano Savi, direttore generale di MSF Italia – oggi nei Paesi poveri ricevono i farmaci appena il 12% delle persone che ne hanno bisogno. Ci sono oltre 5,3 milioni di persone che probabilmente moriranno in tempi rapidi per mancanza di cure. A oltre 20 anni dallo scoppio dell’epidemia e a oltre 10 anni dalla comparsa sul mercato di terapie in grado di tenere in vita i pazienti ci sembra una situazione scandalosa”.

Non solo i risultati fin qui raggiunti sono deludenti, ma si rischia anche di fare dei passi indietro. A partire da gennaio 2005, infatti, i principali produttori di farmaci generici contro l’Aids (India e Cina soprattutto) sono obbligati a rispettare le norme del WTO (Organizzazione mondiale del commercio) in materia di brevetti sui medicinali. Questo rischia di rendere molto più difficile la produzione e l’esportazione di copie economiche dei farmaci di marca.

“Se la concorrenza dei farmaci generici nei confronti di quelli prodotti dalle multinazionali occidentali dovesse essere ulteriormente ostacolata – aggiunge Savi – potrebbero essere pregiudicati i progetti di lotta all’Aids faticosamente avviati nei paesi più colpiti. Solo la concorrenza dei generici, infatti, è stata in grado di abbassare il prezzo delle terapie dagli oltre 10mila dollari l’anno per paziente del 2001 agli attuali 170 $ l’anno per paziente. Bloccare questo meccanismo virtuoso sarebbe un atto criminale. Non si può continuare a ignorare che 8mila persone ogni giorno muoiono a causa dell’Aids”.

Medici Senza Frontiere gestisce progetti di lotta all’Aids dall’inizio degli anni ’90 e dal 2000 ha iniziato a distribuire farmaci antiretrovirali: oggi MSF somministra le terapie a 25mila pazienti in 27 Paesi (Benin, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Camerun, Cina, Repubblica Democratica del Congo, Ecuador, Etiopia, Guatemala, Guinea, Honduras, Indonesia, Kenya, Laos, Malawi, Mozambico, Birmania, Nigeria, Perù, Ruanda, Sudafrica, Tailandia, Uganda, Ucraina, Zambia, Zimbabwe).

Fonte: Salute Europa