A Nairobi si chiude tra le proteste

La cerimonia di chiusura e’ stata contrassegnata dalla manifestazione di un centinaio di attivisti che hanno interrotto l’intervento di un delegato statunitense brandendo cartelli su cui era scritto: ”Cure subito”. Gli interventi strutturali si cominciano a razionalizzare; si intravede, grazie a complesse ma ormai avviate intese a livello di commercio internazionale, la possibilita’ di far pervenire a prezzi bassissimi, se non gratis, gli indispensabili e finora inaccessibili a causa dei costi, farmaci antiretrovirali; ma, nel complesso, la situazione innescata in Africa dall’irrefrenabile flagello dell’Hiv/Aids, resta assolutamente tragica. E’ il quadro che e’ emerso, ne’ poteva essere diversamente, dalla 13/ma conferenza internazionale su Aids e malattie sessualmente trasmissibili in Africa, conclusasi oggi a Nairobi, dove si era aperta domenica scorsa. Le prossime assise avranno luogo fra due anni in Nigeria, ad Abuja. Circa 30 milioni di africani, vale a dire uno du 11, concentrati quasi tutti nella regione subsahariana, sono sieropositivi, o hanno l’Aids conclamato, si valuta che circa il 60 per cento siano donne; 15 milioni sono gia’ morti di tale male; almeno 11 milioni di ragazzi al di sotto dei 15 anni hanno perso i genitori per l’Aids, sono di fatto tutti sieropositivi, e col trend attuale saranno oltre 20 milioni nel 2010. In moltissimi paesi il male e’ spaventosamente diffuso: su tutti, stando ai dati esistenti, il Botswana, dove si parla del 40 per cento della popolazione adulta infetta.

Particolarmente drammatiche anche le situazioni di Malawi, Zimbabwe, Zambia Kenya (700 morti al giorno); mentre il Sudafrica, ha il valore assoluto piu’ alto di malati: oltre cinque milioni. Si valuta che una generazione di africani sia stata gia’ portata via dall’Aids, che ne sta annichilendo una seconda: con ricadute spaventose non solo sul piano umano, ma anche su quello sociale ed economico. La cerimonia di chiusura dei lavori e’ stata contrassegnata anche dalla manifestazione di un centinaio di attivisti che hanno interrotto l’intervento di un delegato statunitense, brandendo cartelloni su cui era scritto soprattutto: ”Cure subito”. Gli stessi attivisti avevano interrotto l’esponente della Banca Mondiale due giorni fa. Allora lo slogan base era stato ”Meno chiacchiere, piu’ soldi”. I finanziamenti per la lotta all’Aids in Africa sono sensibilmente aumentati lo scorso anno; ma appaiono ancora largamente insufficienti, soprattutto in prospettiva. Non a caso proprio Stephen Lewis, il rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu Kofi Annan, ha denunciato come ”un’oscenita’ grottesca”, la circostanza che si siano trovati 200 miliardi di dollari per combattere il terrorismo, e non si riesca a metterne insieme i sei-sette necessari per bloccare un male che coniugato -e con effetto geometricamente moltiplicatore- con gli altri che affliggono il continente a causa di poverta’, malunitrizione e mancanza d’acqua, sta letteralmente distruggendo l’Africa.