USA: VOTATI A VERGINITA’ NON SALVI DA MALATTIE VENEREE

(ANSA) – WASHINGTON, 19 MAR – Gli adolescenti che si impegnano a restare vergini sono colpiti dalle malattie veneree in percentuali non molto inferiori a quelli che non fanno voto di castita’, rivela uno studio effettuato per otto anni su circa 20 mila giovani americani.
La ricerca ha mostrato che circa il sette per cento dei giovani che non hanno fatto alcun voto di castita’ sono stati colpiti da malattie sessualmente trasmesse. Tra gli adolescenti che si sono impegnati a restare vergini, divisi in due gruppi, la percentuale delle malattie veneree ha presentato una oscillazione tra il 6,4 (per gruppo piu’ promiscuo) e il 4,6 per cento (per gruppo piu’ casto).

I ricercatori di Yale e della Columbia University hanno seguito per otto anni un campione di giovani americani, in eta’ tra i 12 e i 18 anni all’inizio della ricerca, con una serie di interviste successive (comportanti questionari sessualmente espliciti) seguite da tes tmedici. Gli studiosi sono rimasti sorpresi dalla differenza minima (in termini statistici) della incidenza di malattie veneree tra i giovani votati alla castita’, aderenti a gruppi come ‘True Love Waits’ (Chi ama davvero puo’ aspettare), e i giovani che conducono una vita sessuale senza vincoli.

I ricercatori sono giunti alla conclusione che i votati alla verginita’si sposano in eta’ piu’ giovane e hanno meno partner sessuali ma usano meno spesso i profilattici e sono impegnati spesso in attivita’ sessuali ‘alternative’, come i rapporti orali ed anali, che presentano rischi ancora maggiori di contagio con malattie veneree.

”Il problema e’ che alcuni dei ragazzi che cercano di proteggere la loro ‘verginita’ tecnica’ si spingono a comportamenti sessuali a rischio – afferma Peter Bearman, un professore dell’Istituto della Ricerca Sociale ed Economica della Columbia University – Dal punto di vista della salute pubblica un movimento per l’astinenza che incoraggia ad evitare i rapporti sessuali vaginali puo’ inconsapevolmente incoraggiare forme alternative di rapporti sessuali che recanno rischi ancora maggiori di contrarre malattie veneree”.

Circa il venti per cento dei giovani partecipanti allo studio avevano fatto voto di castita’. I ricercatori hanno diviso questi adolescenti in due gruppi: quello che ha rispettato in modo piu’ ferreo l’impegno (col 4,6 per cento di casi di malattie veneree) e quello apparso invece piu’ tentennante(risultato: un 6,4 per cento di malattie veneree quasi indistinguibile dai giovani votati a libera attivita’ sessuale).

La ricerca ha mostrato che solo il 2 per cento dei giovani non votati alla verginita’ hanno avuto solo rapporti orali e anali mentre la percentuale saliva al 13 per cento per i gruppi votati alla verginita’.