Uno studio targato “Italia” su pazienti coinfetti HIV/HCV

La Prof.ssa Antonietta Cargnel, responsabile della II Divisione Malattie Infettive Azienda Ospedaliera “L.Sacco”, coordina uno studio su pazienti HIV/HCV coinfetti per meglio comprendere la relazione tra le due infezioni ed i corretti approcci terapeutici. Delta riporterà, nel prossimo numero, una intervista alla professoressa. “STUDIO IN APERTO, MULTICENTRICO, RANDOMIZZATO SUL CONFRONTO DI DUE DIVERSI REGIMI DI PEG-IFN ALFA 2B PIÙ RIBAVIRINA PER IL TRATTAMENTO DEI PAZIENTI HCV E HIV+”

Centro coordinatore: II Div. Malattie Infettive, Ospedale Luigi Sacco – Milano, responsabile Prof.ssa Antonietta Cargnel

Background e razionale: La coinfezione con HIV esercita un impatto negativo sull’andamento dell’epatite cronica da HCV. Infatti, numerosi studi dimostrano come, nei pazienti HIV+, la progressione verso la cirrosi epatica e le sue complicanze (insufficienza epatica ed epatocarcinoma) sia molto più rapida rispetto ai soggetti con sola infezione da HCV. Inoltre, è ampiamente riportato in letteratura che la presenza di infezione da HCV risulta essere significativamente correlata ad un aumentato rischio di epatotossicità in corso di terapia antiretrovirale altamente efficace (HAART), limitando notevolmente l’efficacia stessa della terapia antiretrovirale in questi soggetti, con difficoltà nella gestione dell’infezione da HIV. Ben si comprende, quindi, l’importanza di una terapia precoce anti-HCV, al fine di rallentare l’evoluzione della malattia epatica. Poiché la minore risposta alla terapia con PEG-IFN + RBV osservata nei pazienti HIV+ può essere almeno in parte ricondotta ai livelli plasmatici di HCV-RNA più elevati, si può ipotizzare che una maggiore durata della terapia possa consentire un incremento dei tassi di SVR. Questa ipotesi trova supporto nel riscontro di una alterata cinetica virale, con più lenta clearance di HCV negli HIV+ in corso di terapia.

Obiettivi: Il principale obiettivo di questo trial è di verificare se la durata della terapia con PEG-IFN-alfa2b più RBV possa influenzare il tasso di SVR nei pazienti con coinfezione HCV-HIV. Obiettivi secondari sono: valutare la risposta al trattamento dei diversi genotipi di HCV, sia in corso di HAART che in pazienti non trattati con antiretrovirali, ed il valore predittivo della risposta virologica a 12 settimane di terapia o a tempi diversi.

Disegno dello studio: Si tratterà di uno studio in aperto, multicentrico, randomizzato. I pazienti previsti, stratificati per genotipo di HCV e per trattamento antiretrovirale (HAART e non-HAART), saranno randomizzati ai seguenti regimi di terapia:
Genotipo 2-3: A) PEG-IFN-alfa2b 1,5 mcg/Kg/w + RBV 10,6 mg/Kg/die per 6 mesi (151 pazienti); B) PEG-IFN- alfa 2b 1,5 mcg/Kg/w + RBV 10,6 mg/Kg/die per 12 mesi (151 pazienti).
Genotipo 1-4: A) PEG-IFN- alfa2b 1,5 mcg/Kg/w + RBV 10,6 mg/Kg/die per 12 mesi (103 pazienti); B) PEG-IFN- alfa2b 1,5 mcg/Kg/w + RBV 10,6 mg/Kg/die per 18 mesi (103 pazienti).

Criteri di inclusione:Età 18-65 anni, epatopatia cronica C in fase di compenso, infezione da HIV con CD4+ >= 300/mmc e HIV-RNA<400 cp/ml (in HAART efficace da almeno 3 mesi, o non in terapia antiretrovirale con carica virale <50000 cp/ml), compenso glicemico, TSH nei limiti di norma, autoanticorpi negativi, peso corporeo >=50 Kg, valori di alfaFP nella norma entro l’anno precedente l’ingresso nel protocollo (se alfaFP alterata ma <=50 ng/ml, con ecografia epatica negativa per epatocarcinoma entro i 3 mesi precedenti l’ingresso nel protocollo), HBsAg negativo, ALT elevata, positività sierica per HCV confermata tramite bDNA o HCVRNA-PCR, biopsia epatica compatibile con epatite cronica entro i 12 mesi precedenti l’ingresso nel protocollo (se cirrosi, richiesta EGDS per escludere possibilità di sanguinamento da varici esofagee), valutazione oculistica prima dell’inizio della terapia se storia di diabete o ipertensione, per le donne test di gravidanza negativo all’inizio del trial e volontà di non procreare per la durata della terapia e per i 6 mesi successivi (escluso l’allattamento al seno durante il trattamento), per gli uomini volontà di non procreare durante la terapia e per i 6 mesi successivi.

Criteri di esclusione: gravidanza o allattamento, precedente trattamento con PEG-IFN e/o RBV, precedente trattamento dell’epatite con altri farmaci antivirali o immunomodulatori nei 2 anni precedenti, terapia antiretrovirale comprendente AZT o ddI, sospetta ipersensibilità a PEG-IFN e/o RBV, partecipazione ad altri trial clinici o trattamento con farmaci sperimentali nei 30 giorni precedenti l’ingresso nel protocollo, precedente trapianto d’organo, altra causa di epatopatia diversa dall’infezione da HCV, emofilia o emoglobinopatie, evidenza di epatopatia in fase avanzata, qualsiasi condizione medica preesistente tale da interferire con la partecipazione del paziente al trial, trauma cranico o patologie epilettogene attive, significativa disfunzione cardiovascolare nei 6 mesi precedenti, diabete mal controllato, broncopneumopatia cronica, patologie immuno-mediate, patologie tali da richiedere terapie steroidee croniche, gotta, abuso di alcool e/o stupefacenti, anomalie retiniche clinicamente significative.

Valutazione dell’efficacia: non risposta (NR) = HCV-RNA positivo in PCR dopo 6 mesi di terapia; risposta a fine trattamento (ETR) = HCV-RNA negativo in PCR; risposta sostenuta (SR) = ETR + HCV-RNA negativo in PCR e ALT persistentemente normali 24 settimane dopo la sospensione della terapia.

Valutazione della sicurezza: tramite la scala di tossicità WHO.

Lo studio prevede l’esecuzione di controlli ematochimici a tempi definiti per valutare la tossicità della terapia, di controlli immunovirologici, per il monitoraggio dell’infezione da HIV e della cinetica di HCV durante il trattamento.