Terzo trapianto di fegato su persona HIV+

Un trapianto di fegato su un paziente con infezione da Hiv è stato eseguito martedì mattina al Policlinico dall’equipe del professor Pinna. Ne ha dato notizia ieri la direzione dell’ospedale. E’ il terzo trapianto di fegato eseguito su questo particolare gruppo di pazienti in Italia. Il paziente, che ha 36 anni, proviene dalla Lombardia. Il decorso post-operatorio, ha reso noto la direzione sanitaria in una nota diffusa ieri, prosegue senza complicazioni e già nel pomeriggio dell’altro ieri il paziente ha lasciato il reparto di terapia intensiva post operatoria per il reparto di degenza. L’equipe chirurgica diretta dal professor Antonio Pinna, direttore del Centro trapianti del fegato e multiviscerale del Policlinico e dell’Università di Modena, dopo aver prelevato l’organo dall’ospedale di Verona, lo ha trapiantato con un intervento durato circa otto ore. In accordo con i Centri di riferimento trapianti regionale e nazionale, il Centro di Modena ha definito un protocollo che consente il trapianto di fegato anche su pazienti affetti da grave insufficienza epatica terminale e da infezione da Hiv. L’accordo tiene conto di particolari caratteristiche cliniche del paziente, in particolare una risposta positiva alla terapia per l’infezione da Hiv, accertata con periodici controlli. In questo caso specifico il paziente è stato seguito dalla Clinica di malattie infettive del Policlinico universitario, diretta dal professor Roberto Esposito, dove era ricoverato, in attesa di trapianto, nei giorni precedenti l’intervento. Questa tipologia di pazienti si trova ad avere pochi mesi di vita, a causa della malattia cronica del fegato, mentre – poichè rispondono favorevolmente alle terapie specifiche per l’Hiv – avrebbero, in assenza del problema epatico, un’aspettativa di vita di parecchi anni. In Italia il numero di pazienti con infezione da Hiv, affetti contemporaneamente da epatite cronica virale (soprattutto virus epatite C), è molto elevato. Le terapie antiretrovirali attuali stanno consentendo un notevole prolungamento della sopravvivenza dei pazienti con infezione da Hiv: vi è dunque – sottolinea il Policlinico modenese – un sostanziale aumento di richiesta di trapianto anche da parte di queste persone.