Tatuaggi a rischio

In allarme la Commissione Europea. Secondo uno studio, allergie e malattie sono frequenti. Una direttiva invita gli Stati a regolamentare il settore.Infezioni virali come l’AIDS e le epatiti, oppure batteriche come il tetano, la tubercolosi e la lebbra, e poi ancora: ulcere veneree, linfoadenomi e melanomi. Sono solo alcuni dei gravi problemi che possono dare i tatuaggi, se eseguiti senza le dovute attenzioni. L’allarme è della Commissione Europea che, insieme al Consiglio d’Europa, ha diramato agli Stati membri la risoluzione “Tattoos and permanent makeup” che informa dei rischi connessi alla pratica del tatuaggio e del piercing, invitando ad intensificare i controlli, a sensibilizzare i giovani e a regolamentare la materia con apposite leggi. La raccomandazione della Commissione, successivamente discussa in un workshop che si è tenuto quest’estate ad Ispra (VA) al quale hanno partecipato medici, ricercatori, rappresentanti delle istituzioni e operatori del settore condividendo la necessità d’una politica preventiva, ha rivoluzionato le conoscenze in materia. «Queste pratiche», si legge nella relazione della Commissione, «possono provocare da semplici reazioni allergiche ad infezioni e altre malattie devastanti». Dalla ricerca effettuata da studiosi dei vari Stati, risulta che oltre la metà dei tatuaggi e dei piercing conducono ad infezioni di tale entità da dover ricorrere alle cure dei medici. Dallo studio sono anche emersi due casi di morte, conseguenti a tatuaggi. Ma è in particolare sui pericoli per la salute relativi alle sostanze coloranti e ai materiali usati nei “tattoos” che si è concentrata l’attenzione dei ricercatori. Le leggi europee in materia infatti danno principalmente indicazioni per l’igiene, come l’uso dei guanti durante l’operazione e la sterilizzazione degli aghi, ma non considerano minimamente i rischi connessi alle tinte utilizzate, alla loro purezza e alla loro tossicità. Lo studio ha messo in evidenza che per fare i tatuaggi si usano molto spesso sostanze chimiche, prodotte per usi ben diversi dall’inoculazione nella pelle, come le vernici comunemente utilizzate nelle carrozzerie e gli inchiostri per scrivere. E il problema di fondo è che non ci sono, al momento, dati scientifici che diano garanzie di sicurezza sulll’inoculazione di queste sostanze nella pelle. Di qui la raccomandazione finale della Commissione europea, affinché gli Stati membri vigilino sulla pratica dei “tattoos” e legiferino in modo che si svolga entro opportuni standard di sicurezza e nel rispetto della salute di chi vi si sottopone.