Sirchia: ecco le priorità sanitarie in Italia

Mettere in rete i medici di famiglia e migliorare l’efficienza degli ospedali. Sono le “priorità della Sanità italiana”, annunciate dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia al Forum Sanità Futura. Ma fra le priorità non c’è la riforma della legge Bindi: “Sono idee – dice il ministro -. Bisogna riflettere su ciò che serve al Paese”. Prima di tutto, però, secondo il ministro,è necessario “ridisegnare tutto il sistema informativo”: partire con l’uniformare la terminologia in modo da avere dati omogenei in tutta Italia, quindi rimettere mano al nomenclatore tariffario, al sistema dei Drg (rimborsi per prestazione) e uniformare i livelli standard nelle varie Regioni. Dopo di che bisogna, secondo Sirchia, migliorare gli interventi sul territorio, attraverso la messa in rete dei medici di famiglia e la possibilità che alcuni di loro si associno mettendo in comune le informazioni riguardanti i loro pazienti. L’equivalente ospedaliero di questa riorganizzazione territoriale riguarda il funzionamento dei dipartimenti, che per Sirchia costituisce quindi la terza priorità. “Il dipartimento – ha spiegato il ministro – è stato finora un sacco vuoto, che deve ora essere riempito di contenuti, il primo dei quali riguarda la cosiddetta clinical governance, cioè l’adozione di criteri di efficienza e di qualità nella cura del malato. Nei grandi ospedali, i dipartimenti – ha spiegato Sirchia – hanno bilanci dell’ordine dei 20-40 milioni, e devono perciò dotarsi di efficaci strumenti di controllo di gestione”. Ma per farlo, secondo il ministro, “è necessario un grande sforzo culturale cui devono partecipare tutti gli operatori del dipartimento. Perché se il capo dipartimento dovrà chiedere un finanziamento all’amministrazione dell’ospedale, dovrà poterlo giustificare con strumenti certi”. Perché tutto ciò si realizzi, “è fondamentale – ha detto Sirchia – avere delle linee guida chiare, e continuamente implementate, oltre a un continuo aggiornamento professionale, attraverso gli Ecm. Basilare soprattutto la formazione a distanza, per evitare di avere continuamente centinaia di migliaia di persone in viaggio per l’Italia alla rincorsa del congresso medico per aggiornarsi”.