Monopolista anche nella bontà

Da uomo più ricco del mondo al più generoso. Il passo è breve se si pensa a Bill Gates, fondatore e presidente di Microsoft, che guida la sua fondazione come un’impresa. Per far del bene e migliorare la sua immagine.Nel mese di settembre Gates ha fatto notizia non solo per essere ancora una volta in testa alla classifica dei più ricchi del Pianeta, ma anche per il suo viaggio in Africa dove ha incontrato poveri e uomini di governo, e donato vari milioni di dollari. Complessivamente, in questo periodo, le donazioni di Gates e signora hanno toccato i 274 milioni di dollari, destinati a tre diverse cause: la lotta alla malaria, la vaccinazione contro la dengue, una malattia infettiva che si trasmette attraverso le punture di insetti, e la creazione di nuove scuole pubbliche a New York. Gates, che secondo le stime del settimanale Forbes ha un patrimonio netto di 46 miliardi di dollari, è fondatore della Melinda and Bill Gates Foundation, la più grande fondazione del mondo per patrimonio, con 24 miliardi di dollari. Fondata nel 1994 con una dote di 94 milioni di dollari da spendere per l’informatizzazione di scuole e biblioteche, la fondazione è ora il maggior donatore privato nel settore della sanità con una speciale attenzione allo sviluppo e alla ricerca per la cura di malattie infettive come Aids, malaria e tubercolosi. L’impegno di Gates, che dai più scettici è stato visto come un tentativo di conquistare l’approvazione del pubblico dopo aver creato un quasi monopolio nel settore del software, non consiste solo nello staccare assegni. La scorsa settimana la coppia più ricca del mondo è tornata da un viaggio di due settimane in Africa dove ha visitato ospedali, incontrato capi di Stato e condotto seminari e colloqui con malati e potenziali vittime delle malattie infettive che attanagliano il Continente. Qui ha annunciato una donazione di 168 milioni di dollari per finanziare la lotta alla malaria, una malattia che uccide più di un milione di persone l’anno e causa la morte di tremila bambini africani ogni giorno. Gates usa anche la sua influenza per sollecitare l’intervento dei governi occidentali, come ha fatto di recente in una lettera pubblicata dal Financial Times.

La principale attività della fondazione nel campo della sanità è quella di finanziare ricerca e sviluppo di vaccini per il Terzo mondo. Quando i vaccini già esistono, la fondazione si occupa invece di rendere possibile l’immunizzazione finanziando trasporto e conservazione delle preziose fiale. Da quando è partita nel 1994 sino alla fine dell’anno scorso, la fondazione ha speso per la sanità 3,2 miliardi di dollari. E’ nel 1998 che inizia l’impegno della fondazione Gates nel settore sanitario, quando viene annunciato il primo finanziamento da 100 milioni di dollari per la distribuzione di vaccini nei Paesi più poveri. L’anno successivo i Gates conquistano l’attenzione del pubblico con una donazione da 750 milioni di dollari (la più grande mai fatta da un privato) da investire nella Gavi, la Global Alliance for Vaccines and Immunizations, un’organizzazione che comprende agenzie dell’Onu, società farmaceutiche e rappresentanti di alcuni Paesi aderenti alla campagna di immunizzazione.

Da qui, la fondazione che nasce nel 2000 dalla fusione di due diverse fondazioni Gates (una per l’istruzione e una per la sanità) offre una miriade di finanziamenti. Solo nel 2002 l’istituzione ha donato 1,15 miliardi di dollari, di cui 507 milioni di dollari al settore sanitario. La filosofia della fondazione però rispecchia il metodo imprenditoriale del suo fondatore e le donazioni vengono concesse con vincoli spesso legati alla performance dell’investimento. Spesso le donazioni sono garantite solo nel caso in cui l’offerta della fondazione venga eguagliata da donazioni di altre entità come i governi degli Stati a cui vengono concesse o agenzie non governative. Spesso, la fondazione stabilisce degli obiettivi da raggiungere nell’arco di un determinato arco di tempo per concedere successivi finanziamenti.

Chi ha visto il Gates filantropo al lavoro racconta che è un vero appassionato di statistiche, dati e studi sulle malattie infettive nonchè un avido lettore di rapporti sulla situazione sanitaria mondiale. Gates tuttavia continua a essere impegnato nello sviluppo di nuovi software per la sua Microsoft e ha quindi delegato gran parte dell’impegno filantropico al padre, William H. Gates Senior e a Patty Stonesifer, un’ex dirigente della Microsof, che insieme agiscono da amministratori e presidenti della fondazione. Sono loro che con uno staff di circa 200 persone si occupano di decidere dove convogliare i soldi. La selezione delle cause da appoggiare è molto rigida, anche perché le richieste d’aiuto che arrivano alla sede di Seattle sono tantissime. Per ridurre il raggio d’azione, Gates non finanzia enti religiosi, malattie croniche o singoli individui. «I nostri finanziamenti si concentrano su progetti che abbiano un potenziale impatto a lungo termine sulla salute pubblica nei Paesi sottosviluppati», si legge nella guida per chi vuole aiuto dalla Gates Foundation.

Oltre a essere il più grande ente donatore in campo medico – dopo il governo americano e le organizzazioni della sanità – la fondazione Melinda e Bill Gates è anche impegnata nel campo dell’istruzione. A metà settembre ha donato 51,2 milioni di dollari per un progetto che prevede la ristrutturazione delle scuole superiori di New York attraverso la formazione di istituti specializzati di dimensione più piccola rispetto alle attuali strutture. A questa iniziativa in campo scolastico si aggiungono decine di donazioni nell’ordine delle centinaia di migliaia di dollari a scuole e università in tutti gli Stati Uniti. E non si parla solo di Harvard e Duke University (che quest’anno hanno ricevuto rispettivamente 250 mila e 125 mila dollari) ma anche di piccole scuole di provincia.