Le varianti del SARS CoV-2.
Da dove vengono e dove colpiscono.

Webinar del Dr. Michael DSaag e della D.ssa Penny Moore, 18 giugno 2021.

Richiamiamo l’attenzione dei lettori sul filmato che mette in relazione i rischi delle mutazioni del coronavirus e il suo riconoscimento da parte del sistema immunitario, predisponendo ad una infezione acuta e a volte che implica il ricovero ospedaliero.

Interessante il parallelismo con l’HIV che, viceversa, si propone come infezione che tende a cronicizzare, dopo la fase, molto diversa, dell’infezione primaria. Confermata anche l’impossibilità di affermare che una persona con viremia HIV rilevabile non sia maggiormente esposta al Covid 19, soprattutto in presenza di varianti che possono riuscire ad eludere una protezione immunitaria già compromessa. Ambedue i virus attaccano il sistema immunitario compromesso.

La D.ssa Moore conferma l’impossibilità di valutare la durata dei vaccini attuali e si sofferma sulla variante delta, molto trasmissibile, che attualmente sta diventando la caratteristica predominante del SARS CoV-2, finché il virus replicandosi, trovi spazi creando altri scenari ora non prevedibili.

I ricercatori si chiedono come le persone con HIV riusciranno a proteggersi, con le vaccinazioni disponibili, dalle varianti del coronavirus che si manifesta con nuove mutazioni che potenzialmente possono esporre maggiormente la persona a malattie acute e veloci. In effetti, sostengono, i vaccini adenovirus sono più lenti e possono dare copertura incompleta alla persona con HIV per un periodo più lungo che i vaccini mRNA.

Una possibile risposta alla domanda può venire dai potenti anticorpi monoclonali in fase di studio, finché non si scoprirà che questo virus variato riuscirà ad aggirare anche questo nuovo meccanismo. L’aiuto più concreto, comunque, deve provenire dalle cellule t che combattono i virus, ma vi sono evidenze che spesso, malgrado si sia somministrato il vaccino, non si riescono a riscontrare le risposte immunitarie nel plasma. Fino a quando le varianti ci metteranno di fronte a nuovi scenari, non saremo sicuri che le persone con HIV riescano a creare una risposta protettiva completa.

Una speranza è quella che tutti i vaccini approvati e in sviluppo, afferma la D.ssa Moore, forniscano almeno una risposta difensiva parziale, per dare una risposta più efficace al coronavirus e alle sue varianti: bisognerà decifrare quale sia o quali siano i vaccini più efficaci anche in presenza di varianti ed eventualmente combinarli. La D.ssa Moore esprime la speranza che perlomeno si riesca ad ottenere una sufficiente copertura utilizzando il metodo che conosciamo, di una iniezione all’anno, come per le varie influenze da cui ci si deve proteggere all’inizio dell’autunno.

Il link di questa discussione da non perdere in questo periodo è

https://youtu.be/TGSAIBnXr9U