L’aderenza conta più del numero iniziale di CD4

Secondo un articolo pubblicato sul numero del 18 novembre di Annals of Internal Medicine, l’aderenza a un regime antiretrovirale è più importante del numero di CD4 a cui viene iniziata la terapia antiretrovirale nel determinare la sopravvivenza all’HIV.Diversi studi hanno suggerito che rimandare l’inizio della terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART) dopo che il numero di cellule CD4
scende sotto 350 cellule/microlitro è rischioso, spiegano gli autori, ma il momento ottimale per iniziare la HAART resta dubbio. Il dottor Julio S.G. Montaner e colleghi della University of British
Columbia, Vancouver, British Columbia, Canada hanno valutato l’effetto del numero basale di cellule CD4 e dell’aderenza sui tassi di sopravvivenza dopo l’inizio della HAART in 1.422 pazienti con infezione da HIV. Tra i pazienti con un numero basale di cellule CD4 di almeno 200
cellule/microlitro, il tasso di mortalità era il doppio in coloro che avevano un’aderenza inferiore al 75% (15,2%) rispetto a coloro che avevano
un’aderenza di almeno il 75% (7,1%), scrivono gli autori. I risultati indicano che i tassi di mortalità associati alla non-aderenza risultavano maggiori di 2,5 volte anche nei pazienti con un numero basale di cellule CD4 di 350 cellule/microlitro o più. Nelle analisi di sopravvivenza secondo Kaplan-Meier, i pazienti con un numero basale di cellule CD4 di almeno 200 cellule/microlitro procedevano
bene quanto i pazienti con un numero basale maggiore di cellule CD4, purché avessero un’aderenza di almeno il 75%. Nell’articolo si legge che i risultati erano simili impiegando un’aderenza
del 95% per stratificare i pazienti, così come le conclusioni non venivano influenzate dall’esclusione dall’analisi delle cause accidentali di morte. “Questi dati suggeriscono che la non-aderanza del paziente, e non quando viene iniziata la terapia antiretrovirale prima di raggiungere un numero di cellule CD4+ di 200 cellule/microlitro, può essere ciò che maggiormente determina la sopravvivenza del paziente”, concludono gli autori. Questi risultati dovrebbero essere utili per i pazienti che valutano la difficile decisione circa il momento ottimale di iniziare la HAART e per il
progressivo sviluppo delle linee guida terapeutiche.”

Ann Intern Med 2003;139:810-816