La Sars ama il freddo e sopravvive a lungo

Il virus della Sars può sopravvivere anche fuori dal corpo umano: diverse ore sulle superfici di mobili e oggetti, e alcuni giorni nelle feci, secondo studi ripresi dal quotidiano Washington Post.Esperimenti fatti a Hong Kong, in Cina, Giappone e Germania, ha scritto il quotidiano, mostrano che a temperatura ambiente il virus può vivere anche oltre 24 ore sulle superfici plastiche, ma resiste anche quattro giorni nelle feci. Ciò spiegherebbe come mai il contagio da Sars può avvenire anche senza contatto diretto, poiché basterebbe toccare la superficie di un tavolo o la maniglia di una porta per entrare in contatto con il virus. Mentre la sopravvivenza di questo nelle feci suggerisce la necessità di precauzioni particolari in ambienti come ospedali, complessi residenziali e altre strutture ad alta densità di presenza umana. Test fatti in Germania indicano inoltre che il virus è resistente ai più comuni disinfettanti, mentre altri esperimenti eseguiti in Giappone suggeriscono che il microrganismo può vivere per periodi discreti anche a temperature molto basse, lasciando temere che riesca a sopravvivere alle temperature invernali. “E’ la prima volta che abbiamo dati sulla sopravvivenza del virus, prima c’erano solo ipotesi”, ha spiegato il dottor Klaus Stohr a cui l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha affidato la guida delle ricerche sulla Sars. E’ possibile dunque che il contagio avvenga non solo attraverso le gocce di saliva, ma anche solo con il contatto di superfici contaminate, anche se non c’è nessuna certezza: “Abbiamo appurato che il virus può sopravvivere nell’ambiente, ma non sappiamo ancora in quale dose provochi l’infezione”, ha detto Stohr. Diverse le prove effettuate a seconda dei laboratori. In Germania, il virus è stato posto su una superficie plastica ed è sopravvissuto per 24 ore a temperatura ambiente e gli stessi ricercatori poi hanno appurato che resiste a un comune detergente. A conclusioni simili sono arrivati gli scienziati di Hong Kong. Tuttavia, si ritiene che la maggior parte dei contagi avvenga quando, come accade per influenza e raffreddore, una persona affetta tossisce o starnutisce, liberando nell’ambiente goccioline minuscole di espettorato contenenti il virus. Gli studi di questo genere, che continuano e che daranno presto nuove conoscenze, sottolinea Klaus Stohr, responsabile delle ricerche sulla Sars per l’Organizzazione mondiale della sanità, sono “molto importanti”, poiché ci permettono di meglio comprendere la natura del virus e le tecniche per eliminarlo dall’ambiente.