La peste alla quale non possiamo sfuggire

Perché nessuno ha il coraggio di dire che 50 milioni di persone nel mondo stanno per morire nei prossimi giorni, mesi, o anni, a meno che non vengano curati immediatamente con i farmaci salvavita di cui disponiamo? [Larry Kremer, co-fondatore di Gay Men’s Health Crisis e fondatore di Act Up]Sono arrivato a queste conclusioni dopo aver parlato con molti esperti. Perché non è ancora iniziato un piano efficace per fermare questo orrore? Oggi si sente dire che “l’AIDS non è una sentenza di morte”, ma lo è ancora in molti paesi poveri, per almeno 50 milioni di persone che vivono in èpaesi dove non esistono sistemi sanitari. In Cina, Etiopia, Nigeria, India e Russia il numero di casi di AIDS è destinato a raddoppiare entro il 2010, sino ad arrivare ad un totale di persone sierositive compreso tra i 50 e i 75 milioni, considerando solo questi paesi. E’ una peste destinata a continuare, e dobbiamo iniziare a chiamarla con il suo nome: PESTE. 50 milioni di persone stanno morendo. Non hanno tempo di aspettare che si intervenga portando acqua, cibo, infrastrutture, campagne educative, campagne di prevenzione. Il programma di 15 miliardi di dollari promossa da Anthony Fauci in accordo con la casa bianca non inizierà prima di due anni ed è già in pericolo per gli enormi problemi burocratici che ne mettono in dubbio la riuscita. Questi 50 milioni di morti potenziali non hanno tempo di aspettare le battaglie sui brevetti tra industrie farmaceutiche e governi. Nel 1940 la streptomicina fu il primo antibiotico attivo contro la tubercolosi. Merck aveva i diritti sul farmaco. Ma George W. Merck, figlio del fondatore della multinazionale farmaceutica, permise immediatamente alle altre compagnie di produrre il farmaco facendo in modo che esso fosse disponibile a prezzi accessibili. Nel 1952 George W. Merck fu addirittura sulla copertina della rivista Times con il titolo, ripreso da una sua citazione “Le medicine sono per gli uomini, non per il profitto”. Oggi giorno non possiamo nemmeno pensare che Merck, o qualunque altra compagnia farmaceutica, faccia una cosa del genere. GSK ha rifiutato di concedere per anni l’AZT ai paesi poveri ad un prezzo ragionevole. L’AZT, come del resto anche T-20, sono stati sviluppati in collaborazione con il National Institute of Health utilizzando i soldi dei contribuenti. E’ assolutamente necessario che le compagnie farmaceutiche concedano i farmaci a prezzi accessibili per i paesi poveri oppure rinuncino ai brevetti. Ma che tipo di persone siamo diventate? Così odiose e meschine? Abbiamo i mezzi per salvare delle vite umane e non ce ne importa nulla? Le multinazionali devono condividere i brevetti! Non farlo significherebbe andare contro gli elementari pricipi etici ed umanitari. Il mondo non può tollerarlo. L’AIDS è la prova che viviamo in un mondo governato dall’egoismo, che le persone guardano solo a se stesse senza interessarsi minimamente agli altri. L’AIDS è la prova che la scienza è ormai governata dal profitto, e non dalla conoscenza e dalla salvaguardia dell’uomo. Pensateci! E’ un ragionamento elementare! Esistono le medicine, ma milioni di persone stanno ugualmente morendo. Perché non dargliele?