Caccia al virus omicida

L’Oms mobilita esperti di undici Paesi alla ricerca di una cura per la «polmonite atipica». Ha ucciso nove volte e si contagia solo a stretto contatto con le persone malate. Nel mondo però è psicosi. 150 i casi sospetti, nessuno in Italia. E Sirchia tranquillizza tutti.Il male che viene dall’Asia non ha ancora un nome. Gli esperti dicono però che è questione di ore. Al più presto, rassicurano, sapremo di cosa si tratta e forse (ma la terapia appare più difficile), come difendersi. Intanto, il mondo è in allarme. E’ psicosi per la «polmonite atipica». Nelle Americhe come in Europa sono scattati i piani di precauzione dettati dall’Organizzazione mondiale della sanità: controlli sanitari nei porti e negli aeroporti per «arginare» l’ingresso del presunto virus attraverso persone contagiate provenienti dai paesi orientali. L’Oms, però, pur preoccupata per l’assenza di cure per fronteggiarlo, precisa che il virus misterioso si trasmette soltanto a stretto contatto: fino ad ora sono state infatti colpite solo le persone che sono state particolarmente vicino ai malati, come medici, infermieri e parenti. «La malattia – spiega da Ginevra – si diffonde da persona a persona ma soltanto attraverso uno stretto contatto con il malato». L’ignoto agente responsabile della polmonite anomala, definita Sindrome respiratoria acuta grave (Sars), sembra quindi incapace di sopravvivere e trasmette l’infezione su lunghe distanze. Se questo da un lato può suggerire semplici misure preventive, dall’altro il principale obiettivo resta l’identificazione del virus misterioso, e quindi un vaccino. A questo scopo la rete di emergenza dell’Oms contro le epidemie (Global Outbreak Alert and Response Network) sta coordinando un’equipe internazionale che coinvolge complessivamente 11 laboratori di 10 Paesi. La malattia sconosciuta ha fino ad ora ha ucciso nove le persone, in Asia e in Canada. 150 sono invece le persone colpite dalla grave polmonite. Si tratta in gran parte di cittadini orientali, 83 dei quali ad Hong Kong. Ma casi di sospetta Sars, dopo il cittadino ricoverato in gravi condizioni a Francoforte, ieri sono stati segnalati in Germania, Inghilterra, in Slovenia e in Svizzera. Sulla loro reale malattia, tranne il caso di un cittadino elevetico proveniente dala Cina, non si hanno ancora certezze. In Italia ufficialmente non ci sono persone colpite. Ieri mattina un passeggero della compagnia di Singapore si è fatto ricoverare all’ospedale Careggi di Firenze lamentando sintomi simili alla polmonite omicida. Ma dai controlli medici è risultato affetto da una «normale influenza» ed è stato dimesso. Cessato allarme anche dallo Spallanzani di Roma – che insieme al Sacco di Milano è il principale centro di riferimento italiano per le malattie infettive – dove sono state controllate e dimesse due persone presenti sullo stesso volo, da Singapore, in cui viaggiava il paziente ricoverato al reparto di malattie infettive dell’università di Francoforte. «Tutto è pienamente sotto controllo – dice Raffaele Perrone Donnorso, commissario straordinario dello Spallanzani, dotato anche di laoratorio sul bioterrorismo – e siamo pronti ad ogni evenienza. Le procedure, comunque, non sono diverse rispetto ad altri casi di infezione grave. Abbiamo un reparto predisposto per un eventuale isolamento totale e la nostra attività diagnostica virologica è eccellente. Credo però che ci sia più allarme di quanto dovrebbe essercene». Minimizza anche il ministro della salute Sirchia: «Non c’è motivo di allarmarsi. Siamo perfettamente in grado di mantenere la situazione sotto controllo e finora in Italia non è stato individuato nessun caso. Per capire la reale gravità del fenomeno, comunque, occorre prima isolare il microrganismo che scatena la patologia». Sirchia garantisce anche sul piano anti-epidemia predisposto. «In queste ore – spiega in un’intervista – sui passeggeri in arrivo o in transito negli scali italiani dai Paesi asiatici, i camici bianchi della Sanità Aerea stanno analizzando con grande attenzione i ‘campanelli d’allarme’ come la febbre alta o la forte tosse. Mi sento di rassicurare gli italiani: è in funzione un sistema collaudato a difesa della salute pubblica».

I sintomi del male oscuro

Non scattano, per ora, le limitazioni precauzionali ai viaggi all’estero per arginare i contagi della forma sconosciuta di polmonite, definita Sindrome respiratoria acuta severa (Sars), che finora ha fatto 9 morti nel mondo. A rassicurare turisti e viaggiatori è Walter Pasini, responsabile del Centro di medicina dei viaggiatori che collabora con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il quale avverte comunque che «sono proprio i viaggiatori le persone più esposte alla Sars, i cui sintomi «sono febbre alta oltre i 38 gradi, unita a qualcuno dei segnali tipici dell’influenza, come tosse o difficoltà respiratorie». Oltre ai «tradizionali» sintomi simil-influenzali, però, la Sars può essere associata anche a cefalea, rigidità muscolare, calo dell’appetito, malessere, eruzioni cutanee e diarrea. Cosa fare? «Se un viaggiatore accusa i sintomi tipici e ha un’anamnesi che risponde alle avvertenze sanitarie – spiega Pasini – dovrà rivolgersi rapidamente a strutture sanitarie ed esser messo in isolamento».