Il fallimento di 40 anni di proibizionismo. Una mozione della Regione Umbria

“I programmi con cui l’Onu, dagli anni ’60, ha cercato di ridurre il consumo di droghe nel mondo definendone illegale ogni forma di uso, di commercio e di produzione, si sono rivelati del tutto fallimentari, nonostante le ingenti risorse impegnate”. Alla vigilia della conferenza di Vienna (8-18 aprile) convocata dall’Onu per rivedere le politiche fin qui praticate, dall’Umbria deve partire un chiaro segnale a favore della depenalizzazione di alcune sostanze stupefacenti. E’ questo il senso di una mozione, presentata a palazzo Cesaroni dai consiglieri regionali di Rifondazione comunista, Stefano Vinti, Mauro Tippolotti e Giorgio Bonaduce con la quale si chiede di far pressione sul Governo
italiano che sarà presente all’appuntamento di Vienna. Il documento da sottoporre al voto del Consiglio prevede anche l’avvio di una azione
internazionale che porti alla abrogazione delle convenzioni Onu del 1961 e ’71, e a “rendere più efficace la lotta alla criminalità organizzata e al
traffico degli stupefacenti, stabilendo un sistema di regolamentazione della produzione, della vendita e del consumo di sostanze attualmente illegali”. Nella mozione si chiede anche di realizzare in Umbria, “ogni possibile iniziativa perché vengano attuate politiche di prevenzione dei rischi connessi al consumo delle sostanze”. I tre consiglieri sottolineano “i risultati positivi ottenuti con scelte fatte in alcune realtà per la riduzione del danno e del rischio da droghe, con la depenalizzazione della vendita della cannabis e dei suoi derivati, fino alla distribuzione di eroina sotto controllo medico”. Nel testo della mozione si evidenzia il fallimento dello slogan “Un mondo libero dalla droga, possiamo farcela” adottato dalla stessa Onu, nell’Assemblea generale del 988.GC/ld