IL-2: UN FALLIMENTO TOTALE

L’interluchina 2 finisce in soffitta: nessun beneficio, solo effetti collaterali. E’ tempo di ripensare i disegni degli studi clinici riguardanti immunoterapie.Studi ESPRIT (M. Losso, abs. 90aLB) e SILCAAT (Levy Y abs. 90bLB): i risultati di questi studi internazionali della durata di 7 anni, che hanno coinvolto 5800 partecipanti e sono costati 85 milioni di dollari USA, sanciscono la fine della molecola immunostimolante: nessun beneficio clinico nell’utilizzo dell’interleuchina 2 (IL-2) e molti effetti collaterali gravi nei fruitori di IL-2 rispetto al placebo. Nessuna differenza in termini di morte o diagnosi di AIDS (obiettivo primario degli studi), nonostante l’aumento di CD4 nei partecipanti rispetto al placebo (in media 153 in ESPRIT e 67 in SILCAAT). Nessun ritardo nella progressione della malattia, manifestazioni opportunistiche e nessun potenziamento del sistema immunitario. L’IL-2 è una citochina (sostanza naturale) prodotta dalle cellule T, che può anche essere sintetizzata artificialmente. Stimola la produzione e la maturazione di cellule CD4. La principale differenza tra i due studi consisteva nel numero di CD4 al basale dei pazienti: > 300 in ESPRIT (4111 partecipanti di 252 centri clinici) e tra 50 e 300 in SILCAAT (1695 pazienti di 114 studi clinici). Età media dei pazienti 40 anni, per 4 anni in media in terapia ART, 80% con carica virale < 50 cp/mL. Il verdetto dei ricercatori è stato categorico:”Non esiste più alcun dubbio: il teorico beneficio dell’IL-2 non si rispecchia nella pratica clinica. Nessun beneficio”. Siamo fiduciosi che analisi più approfondite possano almeno dare qualche spunto sul funzionamento del sistema immune.

Commento:”Amari ricordi” – anche se ESPRIT e SILCAAT derivano da una vecchia concezione di studi clinici, non può non tornare alla nostra mente il fallimento di AIDSVAX. Seppur, in quel caso, si trattasse di un composto preventivo, tuttavia non possiamo più permettere che sia la mera logica dell’epidemiologo, che vuole e pretende sempre che siano ‘grandi numeri’ a guidare il disegno di studi clinici di terapie immunostimolanti/immunomodulanti (anche vaccini terapeutici) o vaccini preventivi, a prevalere sulla logica del buon senso. Prima di andare in fase III, occorre verificare, ‘oltre ogni ragionevole dubbio’, su studi più piccoli, che esiste un vero razionale per spendere non solo energie, non solo soldi, ma anche il sangue dei pazienti.