GlaxoSmithKline, azionisti in rivolta

La chiamano già «la più grande rivolta» mai avvenuta in Gran Bretagna contro gli stipendi d’oro dei vertici di una multinazionale.A ribellarsi sono gli azionisti della GlaxoSmithKline (Gsk), il gigante dell’industria farmaceutica, che oggi, nel corso dell’assemblea generale annuale, sono intenzionati a votare contro il «paracadute d’oro» proposto per il direttore generale Jean-Pierre Garnier. Una riunione tempestosa, è da tutti preannunciata, e la compagnia è destinata a uscirne male comunque, sia nel caso che la remunerazione d’oro passi, grazie al voto dei fedelissimi, vista l’opposizione accesa di un drappello consistente e agguerrito di azionisti, sia che venga respinta. In ballo è una liquidazione per Garnier, nel caso che questi perdesse il lavoro, pari a 35,7 milioni di dollari. La National Association of Pension Funds e la Association of British Insurer, che contano per il 40% degli investimenti sul mercato azionario di Londra, hanno espresso entrambi la loro contrarietà. Rivolte simili da qualche tempo stanno diventando frequenti. La Royal & Sun Alliance si è vista respingere proposte miliardarie per i suoi vertici da un terzo dei votanti in assemblea. Il mese scorso era stata la volta della Bae Systems, dove il 49% degli investitori aveva votato contro il «pacchetto paghe» proposto.