Ferri corti tra Pfizer e Regione Toscana

Giallo in Toscana sul presunto piano dell’azienda farmaceutica Pfizer per screditare la Sanità regionale. Un documento firmato “un amico” e fatto recapitare qualche tempo fa all’assessore al Diritto alla salute, Enrico Rossi, nel quale sarebbe delineata una strategia per determinare un’inversione di tendenza nell’attuale approccio dell’amministrazione locale alla politica del farmaco.
Rossi aveva immediatamente consegnato il testo alla procura di Firenze che si era riservata di verificarne l’autenticità. Un riscontro atteso anche dall’ assessorato alla Sanità. Oggi la Regione Toscana, in una nota, fa sapere che questo “riscontro alla fine è arrivato: ha la forma di una lettera, giunta prima via fax e poi tramite posta, e indirizzata all’assessore regionale al Diritto alla salute, Enrico Rossi”. Nella nota si precisa che “la carta intestata è quella di Pfizer Italia, la firma è del direttore esecutivo per le politiche sanitarie nazionali e regionali”. Nella lettera, anch’ essa consegnata alla magistratura, il cui contenuto è stato reso noto dalla Regione, si chiede “un incontro urgente con l’assessore Rossi, incontro che dovrebbe consentire di dissipare ogni equivoco”, e si parla di “informali comunicazioni interne, promosse da un singolo ufficio e a suo tempo prontamente corrette e ricondotte nell’alveo della correttezza”. Nella lettera dell’azienda farmaceutica, secondo la Regione,si precisa inoltre che “iniziative di carattere strettamente politico circa la Sanità toscana non possono in alcun modo essere riferite alla Pfizer, e che l’unica azione svolta dall’azienda è l’aver commissionato ad un importante istituto scientifico un sondaggio su alcune regioni italiane, tra le quali la Toscana, che ha per oggetto il gradimento dei cittadini verso i servizi sanitari. Il sondaggio sul gradimento della sanità toscana figurava come primo passo nella strategia delineata nel documento giunto nelle mani dell’ assessore attraverso l’anonimo amico, nel quale si descrivono “vari punti di estrema criticità per il business farmaceutico” e si afferma che “la creatività e l’ autonomia della Toscana, se non debitamente contrastate, possono portare a conseguenze assolutamente negative”. La strategia delineata nel documento comprende la possibilità “di commissionare una ricerca per definire/quantificare il grado di insoddisfazione sia dei medici che dei pazienti”. Il sondaggio è in realtà già stato fatto e pubblicato sui quotidiani locali l’ 11 marzo scorso e mostra un grado di soddisfazione dei cittadini per la sanità toscana inferiore rispetto alla media nazionale, ma con una possibilità di errore del 5%. La strategia delineata nel documento prevede “a seguire, una catena di avvenimenti che, debitamente amplificati dai media, dovrebbe mantenere costantemente viva nell’opinione pubblica l’ attenzione sul problema. Ci dovrebbe essere – si legge nel documento – una sorta di crescendo che dovrebbe culminare con un evento conclusivo ‘forte'”. “E’ estremamente inquietante – ha detto l’ assessore Rossi,in una conferenza stampa – che un’ azienda privata, in modo occulto, cerchi di promuovere eventi tesi a screditare la Sanità pubblica”. “La Pfizer – ha proseguito – che è la maggiore fornitrice della Sanità toscana con una quota di fatturato dell’ 8,31%, pari a circa 144 mld di vecchie lire, poteva esercitare in maniera trasparente il suo potere di lobbying visto anche che la Regione Toscana ha una legge che regola questa attività”. “Mi chiedo – ha concluso l’assessore – che differenza ci sia tra l’ azione della P2 e quella di un’ azienda privata che, in modo occulto, cerca di condizionare pesantemente le istituzioni”.