Esame del sangue per diagnosi precoce delle malattie del fegato

Presto un esame del sangue potrebbe servire per la diagnosi precoce di malattie epatiche con decorso progressivo, come la cirrosi, per fermarle sul nascere.Infatti, un team anglo-tedesco coordinato da ricercatori dell’università di Essex ha trovato un marker proteico che è associato agli stadi precoci di malattia epatica. Questo tipo di esame potrebbe permettere la diagnosi di epatite C o rivelare i pazienti che non seguono le indicazioni mediche come l’astenersi dall’alcol, una delle principali cause di cirrosi.

“Gli scienziati sono andati per anni alla ricerca di un simile marcatore – ha dichiarato il leader dell’équipe Paul
Thornalley – non ne abbiamo mai trovato finora uno che desse segni così evidenti dell’instaurarsi della malattia”. La cirrosi, caratterizzata da crescita di tessuto che trasforma la normale architettura epatica, può essere causata da un elevato consumo di alcol o da infezioni a carico del fegato da parte di virus dell’epatite, ha spiegato Thornalley. Circa il 15% dei casi di cirrosi possono essere addebitati all’alcolismo e il 75% di questi può andare incontro a morte per la malattia.

Infatti il processo di danno epatico progredisce fino a rendere l’organo non più funzionale e quindi a richiedere un trapianto. L’avvio di questa crescita anomala è annunciato dal rilascio nel circolo sanguigno di detriti proteici. Uno di questi è appunto la molecola identificata dalla squadra di Thornalley, il cui livello nel sangue cresce di ben 15 volte quando la formazione di tessuto fibroso prende il via nel fegato.

Esaminando quindi la concentrazione di questa molecola nel sangue, ha precisato Thornalley, si può ipotizzare un’infezione di epatite C in atto. Oppure, nel caso si abbia a che fare con un soggetto bevitore, il test può indurre i medici a sospettare che la persona stia perseverando nel comportamento a rischio e che l’alcol abbia iniziato a compromettere la salute del suo fegato.

Anche se la molecola non permette di distinguere l’origine del danno in atto, ha concluso Thornalley, è certo che una sua misurazione abbia comunque un peso significativo nel bloccare sul nascere una situazione di rischio, o dando i trattamenti antivirali o incanalando il soggetto in un percorso di disintossicazione dall’alcol.

Fonte: il sole 24 ore