Crescono anche in Italia i casi di sifilide

In 5 anni aumento del 400%. La sifilide, malattia che evoca scenari e racconti da romanzo e che si credeva ormai appartenere al passato, e’ tornata a colpire in Italia come in gran parte dell’Europa. Secondo Aldo Morrone, direttore del Centro di medicina della migrazione di Roma, i contagi negli ultimi 4-5 anni sono aumentati del 300-400% e hanno fatto la loro comparsa non solo malattie che si credevano debellate, ma anche alcune patologie tipiche dei paesi tropicali. ”La sifilide – spiega Morrone – e tutte le altre malattie a trasmissione sessuale non sono mai scomparse in realta’. Dopo le olimpiadi di Roma del 1960, anno in cui si e’ registrato l’ultimo grande picco, c’e’ stato un netto calo, in parte per il miglioramento delle terapie antibiotiche, in parte per il minor numero di segnalazioni”.

Secondo Morrone, il ritorno delle malattie veneree, cosi’ come denunciato anche nel Regno Unito, in Belgio, nei Paesi Bassi, negli Usa e in Francia (passata da 37 casi nel 2000 a 407 nel 2002), e’ solo la punta dell’iceberg. ”Rispetto ai casi segnalati ce ne sono moltissimi altri di cui non si ha notizia, anche perche’ molte persone si curano da sole e non si rivolgono ai centri specializzati”. E proprio il fatto di non rivolgersi alle strutture adeguate puo’ rappresentare un grave pericolo. ”In questi anni – prosegue – abbiamo registrato un aumento di malattie a trasmissione sessuale che non vedevamo da tempo, come l’uretrite aspecifica e l’uretrite gonococcica, oltre che patologie fino a poco tempo fa relegate all’area africana e asiatica, come l’ulcera venerea, il linfogranuloma inguinale e la donovanosi”. Tale fenomeno e’ da imputare, secondo il medico, alla
crescita dei flussi migratori e alla prostituzione. Le
prostitute, che rimangono oggi come nel passato il principale veicolo di diffusione, arrivano in Italia dall’Europa dell’est, dall’Africa e dall’Asia, sostano nel nostro paese per qualche mese per poi spostarsi in altri Stati, allargando cosi’ l’area del contagio.

Viceversa, secondo un articolo pubblicato su CDC’s Morbidity and Mortality Weekly Report, l’esplosione dei casi di sifilide avvenuta a partire dall’estate del 1999 a San Francisco, è da attribuire ad Internet. Il successo dei sex club su Internet ha infatti facilitato e moltiplicato gli incontri, in particolare tra omosessuali maschi, aumentando i contagi. Fra 1998 e 2002, i casi di sifilide primaria hanno fatto un balzo da 41 a 495, portando San Francisco in vetta alla graduatoria delle città americane per casi di questa malattia. Nello stesso tempo, è stato notato un notevole incremento nella proporzione dei casi di sifilide fra omosessuali maschi: dal 22% del 1998 all’88% nel 2002. Da uno sguardo più approfondito ai dati relativi a 415 omosessuali cui è stata diagnosticata la sifilide primaria nel 2002 si evince che le stanze delle chat di Internet e quelle dei sex club virtuali erano più frequentate di quelle tradizionali e “non virtuali” dei locali per omosessuali.

La sifilide e tutte le altre infezioni a trasmissione
sessuale non hanno piu’ le conseguenze devastanti di un tempo, essendo tutte guaribili con trattamento farmacologico, ma possono essere un veicolo di diffusione del virus Hiv. Per questo e’ importante diagnosticarle e curarle orrettamente.