1° Dicembre: giornata mondiale di lotta all’AIDS

Il tema ufficiale di quest’anno proposto da UNAIDS (in particolare dal comitato WAC, World AIDS Campaign) è “Stop AIDS: Keep the Promise”. Tuttavia, come si legge sul sito, ogni associazione è libera di interpretare lo slogan secondo necessità: il paese in cui essa si trova, i problemi che ci sono. L’importante è sensibilizzare sulla patologia.Nadir ha scelto di sottolineare solamente tre aspetti per altro già segnalati durante quest’anno. Vorremmo che le associazioni di lotta all’AIDS si unissero idealmente a noi, dando enfasi almeno a questi 3 punti. L’Italia, pur facendo parte di una fetta del mondo in cui i farmaci sono disponibili, presenta non poche difficoltà che è opportuno in questa sede rimarcare:

  • La mancanza di un sistema istituzionale di allerta sulla malattia: le associazioni si trovano a fare un duro lavoro di prevenzione, dovendosi sostituire a laconiche e non incisive iniziative governative sul tema. Oggi come oggi è necessario sensibilizzare tutti gli operatori in merito alla malattia: la medicina di base è chiamata in primo luogo a rispondere a questo problema in modo concreto;
  • La mancanza di campagne incisive di sensibilizazione alla sicurezza e prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse (tra cui l’HIV) in particolare tra i giovani: le associazioni si trovano spesso, incredule, a parlare di AIDS e MST tra i giovanissimi e riscontrare una profonda ignoranza sul tema;
  • La discriminazione terapeutica presente sul nostro territorio da nord a sud: assistiamo al fatto che in alcune città non siano accessibili tutti i farmaci per la lotta alla malattia e vi siano anche problemi in merito alla diagnostica per alcuni esami specifici importantissimi per definire il percorso terapeutico: pensiamo alla scarsa disponibilità dei test di resistenza, oppure alla talvolta limitata possibilità di effettuare le cariche virali. Le direzioni ospedaliere/sanitarie spesso diventano “autrici” di percorsi terapeutici, non consentendo ai medici di agire secondo deontologia e competenza.

    La “lista della spesa” sarebbe lunghissima, ma questi 3 punti hanno in comune il fatto di evidenziare una grossa lacuna a livello istituzionale della presa di coscienza del problema AIDS: sia da parte dello stato centrale, sia da parte dei singoli centri ospedalieri. Forse si dovrebbe fare un lungo lavoro di sensibilizzazione alle istituzioni !

    Link correlati: http://www.avert.org/worldaid.htm