Marcia indietro di Farmindustria sui convegni

Farmindustria fa marcia indietro sullo stop a congressi e convegni per i medici, ma anche a gadget e mini meeting. La Giunta straordinaria, convocata ieri dall’associazione degli industriali, ha deciso infatti di rinviare al 1° maggio il blocco di una parte dell’informazione scientifica, deliberato il 19 febbraio scorso e in vigore dal 1° marzo.

La decisione di Farmindustria è dunque “a tempo”. Ed è accompagnata dalla «richiesta di chiarezza» sull’applicazione delle regole legislative in materia di informazione scientifica: occorre eliminare, si afferma in un comunicato, «ogni possibile elemento di ambiguità o di difficile interpretazione della legge attualmente in vigore».

Una legge che, dopo l’emergere delle inchieste della Guardia di Finanza su comparaggio e dintorni, è nell’occhio del ciclone. E che le case farmaceutiche propongono nuovamente di discutere insieme al Governo e alle categorie interessate, dicendosi pronte – in attesa «di essere convocate» – a fare proposte specifiche «con il consenso della classe medica». Ogni attesa, a questo punto, è evidentemente rinviata alla messa a punto del «Manifesto etico» proposto da Sirchia, e delle proposte legislative che potranno scaturirne.

Comparaggio. Intanto proseguono a tambur battente al Senato le audizioni sul comparaggio da parte della Commissione d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Ssn. Ieri è toccato alla Guardia di Finanza, che ha consegnato due documenti, uno dei quali “secretato”. Riguarda altre indagini in corso – oltre a quella che ha coinvolto la Glaxo-SmithKline – «nei confronti di altre sei aziende farmaceutiche di rilevanti dimensioni».

«L’indagine della Guardia di Finanza sta portando alla luce una diffusa situazione di malaffare che coinvolge complessivamente il Ssn», ha dichiarato il presidente della Commissione, Francesco Carella (Verdi). Le persone segnalate alle autorità sono finora 3.721 («di cui la maggior parte medici generici o specialisti»), 41 le ordinanze eseguite di custodia cautelare. Con oltre 206 milioni di euro di danni erariali e altri 190 milioni di euro di redditi sottratti a tassazione. Non mancano casi inediti: come gli 8mila cittadini con due medici di famiglia, «dunque doppia quota pagata al Ssn», afferma Carella.

Nella sua audizione il generale Vincenzo Suppa ha riassunto i termini generali delle indagini svolte. Non senza rilevare che la Guardia di Finanza è scesa in campo, «su input del ministro dell’Economia», su un settore che «come per il 2002, rappresenta una priorità anche per il 2003». In poco meno di un anno di attività ispettiva, i risultati non sono mancati.

Il giudizio della Guardia di Finanza, anzi, è stato durissimo: «I fenomeni di malasanità non sono affatto scomparsi, ma pervadono tuttora, in modo consistente, il delicatissimo sistema dell’assistenza sanitaria e farmaceutica pubblica, coinvolgendo trasversalmente alcuni attori della filiera, dalle aziende farmaceutiche agli informatori scientifici, ai medici, ai centri di distribuzione, alle farmacie e alle aziende sanitarie locali».

L’attività di intelligence è pienamente in corso. E, anzi, è stata ulteriormente «intensificata» sull’intero territorio nazionale con l’obiettivo di raccogliere tutte le segnalazioni e gli «elementi sintomatici» di «possibili illeciti commessi per far sostenere indebitamente oneri a carico dei Fondi sanitari regionali, sotto forma di sprechi, inefficienze, abusi o, nei casi più gravi, distrazioni delle somme per interessi privati».

Le indagini proseguono, tra l’altro con un filo diretto tra la Gdf e altri organi ispettivi, affiancate dai primi casi di protocolli d’intesa con Regioni, Asl e ospedali, ma anche con le polizie europee che stanno lavorando «sullo stesso fronte».