Il duro prezzo da pagare per la salute

Il Vaticano chiede un abbassamento dei prezzi dei farmaci essenziali per i malati di Aids e Medici senza Frontiere rilancia entusiasta la campagna comunicativa realizzata in tal senso. E se l’unione fa la forza …42 milioni di persone nel mondo: sono coloro che sono stati colpiti da Aids o sono sieropositivi. Persone che nell’attesa di un vaccino purtroppo ancora lontano chiedono di essere aiutate a vivere e sopravvivere nel migliore dei modi. Vivono nell’Africa subsahariana (30 milioni), nel Sud est asiatico (sei milioni), nell’America Latina (un milione e mezzo). Quasi un milione abitano in Nord America e circa 570mila nell’Europa occidentale. Al mondo sono tre milioni ogni anno le persone che non ce la fanno e cedono alla malattia, mentre sono quasi sei milioni i nuovi contagi annuali.

Numeri da capogiro per attenuare i quali non sembra che siano sufficienti gli sforzi che i governi del mondo stanno compiendo. Un’idea che per primo ha mostrato di pensare il segretario generale dell’ONU Kofi Annan, che il 1 dicembre scorso, in occasione della XVI giornata mondiale contro l’Aids, ebbe parole chiare e forti in materia quando alla BBC affermò: “ Non penso che i leader del mondo siano abbastanza impegnati”. In quell’occasione Annan disse che le risorse per aiutare tutti i malati ci sono, ma che a mancare è la “volontà politica”

Dopo la prima grande attenzione alla malattia pare infatti che l’occhio di riguardo nei confronti dell’Aids sia alquanto calato, facendo pensare quasi che il virus sia sconfitto. Non è purtroppo così. E non lo è soprattutto in quelle zone del pianeta nella quali il trattamento con farmaci anti-retrovirali è poco più che una chimera. Sono 300mila a riceverli attualmente, e sono pochi, tanto che interi continenti poveri sono ormai sfociati nella carestia più totale.

A pesare sulla disponibilità dei farmaci è stato ed è tuttora purtroppo il problema dei brevetti: le dure leggi dei colossi farmaceutici non fanno sconti, e chi non può permettersi un trattamento medico con anti-retrovirali è destinato a vivere sapendo di morire ogni giorno che passa.

Nei duri scontri che si sono avuti fra governi, associazioni, e case farmaceutiche è intervenuto anche il Vaticano che si è espresso a favore della campagna internazionale per fare pressioni affinché i produttori abbassino i prezzi delle medicine. Non si tratta insomma di una semplice presa di posizione, ma di un’allerta che è destinato a farsi viva e presente nella società. Nel 2002 le case produttrici hanno realizzato profitti per 517 miliardi di dollari, ma nonostante ciò sostengono che fornendo il farmaco a tutti si arresterebbe di fatto la ricerca per mancanza dei fondi necessari.

Mons. Paul Josef Cordes, presidente del pontificio consiglio Cor Unum, ha affermato che “bisogna fare una pressione pubblica per convincere le case farmaceutiche ad abbassare i prezzi per curare le vittime dell’Aids”: richiesta che già tempo è stata fatta da numerose associazioni e gruppi della variegata realtà sociale di questo pianeta e che trova ora un attento ed influente osservatore.

La presa di posizione vaticana ha suscitato immediate reazioni, fra le quali particolarmente sentita è quella di Medici senza frontiere, che ha fatto dell’argomento “farmaci e aids” un pilastro delle sue comunicazioni. MSF denuncia il fatto che a fronte della possibilità di offrire farmaci a prezzi scontati le multinazionali occidentali non scendano mai oltre i 500/700 dollari per paziente. “Un prezzo esorbitante”, dice Enrico Davoli, direttore esecutivo di MSF Italia, “per quei paesi dove non esiste una sanità pubblica e dove gli individui spesso guadagnano meno di un dollaro al giorno”.

Thailandia, Brasile ed India hanno cercato di sottrarsi a queste regole promuovendo la produzione e la vendita di farmaci a basso costo, che vengono però regolarmente boicottati dai governi occidentali. Il dubbio che i governi dei paesi ricchi si pieghino agli interessi delle industrie farmaceutiche favorendo il diritto a far profitti rispetto al diritto alla vita è quanto mai fondato, visti i precedenti.

Queste ed altre motivazioni hanno portato Medici senza frontiere a lanciare una grande campagna di comunicazione per ricordare a tutti che l’accesso ai farmaci essenziali dovrebbe essere un diritto della persona e non una cortesia concessa dai potenti. D’altronde, perfino a livello WTO ci si impegnò in tal senso on un documento firmato a Doha nel 2001: in esso veniva sancito “il diritto dei Paesi più poveri ad acquistare i farmaci più economici disponibili sul mercato internazionale (“Dichiarazione di Doha”).

Da allora però innumerevoli tentativi sono stati portati avanti per svuotare di significato quell’accordo e per scoraggiare la circolazione dei farmaci generici attraverso accordi commerciali bilaterali che impongono l’acquisto dei farmaci di marca e altri strumenti di intimidazione verso i Governi dei paesi più poveri.

Una pratica che dimostra sicuramente la bravura commerciale degli addetti del settore ma anche insensibilità e scarso senso dell’opportunità. Forse le cose sono destinate a cambiare, ma non sarà una lotta facile.