Federgenerici attacca il maxi-decreto sanità

Con l’approvazione al Senato attraverso il voto di fiducia del “decretone” si è persa una grande occasione per incentivare lo sviluppo del settore dei farmaci generici in Italia.“Con l’approvazione al Senato attraverso il voto di fiducia del ‘decretone’ e il conseguente mancato accoglimento delle proposte emendative bipartisan, si è persa, proprio durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Ue, una grande occasione per incentivare lo sviluppo del settore dei farmaci generici in Italia, disattendendo di fatto le indicazioni dell’Unione e mettendo nel contempo in serio pericolo l’esistenza stessa delle aziende presenti nel nostro paese” Questo il commento di Federgenerici al voto di fiducia del Senato. “Tali misure – si legge in un comunicato della federazione dei genericisti – sono di segno opposto rispetto alle indicazioni del Gruppo di Lavoro della Commissione sull’Innovazione G10 il quale afferma che ‘deve essere trovato un momento di equilibrio fra il sostegno e lo sviluppo di politiche a favore dei farmaci innovativi e la realizzazione di un reale mercato per lo sviluppo dei farmaci generici’ e invita gli Stati ad adottare modalità opportune per incrementare la penetrazione dei generici sui singoli mercati. Oltre alla mancata ulteriore riduzione della copertura brevettale – questione sulla quale Federgenerici attende con fiducia il pronunciamento del giudizio della Corte Costituzionale – nel decreto appena licenziato dal Senato, si introduce il principio secondo cui tutti i prodotti – anche quelli coperti da brevetto sul principio attivo – saranno rimborsati fino alla concorrenza del prezzo più basso”. Secondo Federgenerici “l’estensione del rimborso al prezzo più basso rappresenta una ulteriore conferma di quella accelerazione voluta dal legislatore verso il risparmio a tutti i costi che, se nel breve periodo può portare a qualche risultato, nel medio periodo potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang. L’ irrefrenabile corsa dei prezzi al ribasso, riducendo ai minimi termini la remuneratività per le aziende del settore, potrebbe costringere alcune aziende, come tra l’altro già avvenuto, ad interrompere la produzione e la commercializzazione di alcune molecole con gravi conseguenze per il contenimento della spesa. Non bisogna dimenticare infatti che proprio alla presenza di pochi generici si deve l’introduzione nel mercato di quegli elementi di concorrenza che hanno contribuito alla riduzione dei prezzi dei farmaci copia sino a quel momento allineati”. “A questo si deve aggiungere – prosegue il comunicato – la richiesta paradossale, di far ripianare anche alle aziende produttrici del generico l’eventuale sfondamento del tetto di spesa, quando le cause sono da ricercare, nel fenomeno dello spostamento delle prescrizioni verso farmaci più costosi con evidenti aggravi sulla spesa farmaceutica a discapito dei più economici farmaci generici, ed infine costringere le aziende a passare attraverso una contrattazione dei prezzi che di fatto non fa altro che abbassare ulteriormente gli stessi”. Infine Federgenerici auspica che “la neonata Agenzia del farmaco possa contribuire in futuro a promuovere politiche realmente favorevoli allo sviluppo del generico in Italia non più solo come fattore di mero risparmio ma come elemento indispensabile alla riallocazione delle risorse nel settore farmaceutico”.