Conferenza IAS

Si apre oggi la 24esima edizione della Conferenza Internazionale sull’AIDS, a Montreal, in un evento dal vivo e in streaming su www.unaids.org. Di seguito alcuni dei temi che sono stati oggetto della Conferenza Stampa di presentazione.

  • Adeeba Kamarulzaman, presidente della International AIDS Society, denuncia che il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS (UNAIDS) è a serio rischio. E’ stato infatti pubblicato oggi il rapporto annuale sullo stato della risposta globale:

“Non possiamo permetterci di perdere più terreno nella risposta globale all’HIV. Il 70% delle nuove infezioni da HIV nel 2021 si è verificato tra popolazioni chiave, il che dimostra che i più emarginati sono anche i più colpiti. Abbiamo urgente bisogno di rendere disponibili risorse, per combattere le disuguaglianze e colmare le lacune nella ricerca, attivandoci a eliminare lo stigma che ancora pervade il pensiero. Soprattutto, dobbiamo garantire che scienziati, responsabili politici e attivisti si uniscano per realizzare progressi. È tempo di impegnarsi nuovamente e seguire la scienza”.

  • Risultati positivi di una sperimentazione dell’antibiotico doxiciclina per prevenire le infezioni sessualmente trasmissibili (IST) che riduce del 65% il rischio di infezione. Lo studio, in doppio cieco, è stato finanziato dal NIAID. Sono 327 le persone che hanno assunto l’antibiotico entro 72 ore dal rapporto non protetto, come profilassi post-esposizione ogni 3 mesi. Gli sperimentatori dello studio DOXYPREP hanno concluso che è promettente la prospettiva di protezione da infezioni quali clamidia, gonorrea e sifilide.
  • Il Botswana ha superato gli obiettivi globali del 95-95-95 per sradicare l’epidemia nel paese.
  • Risultati promettenti dal regime di tripla terapia per le persone che vivono sia con l’HIV che con l’epatite B. E’ il primo studio a 48 settimane che paragona TAF versus TDF o con Bictegravir o con Dolutegravir (studio ALLIANCE).
  • Una persona di 66 anni con trapianto di cellule staminali diventa il quarto caso adulto noto di cura (remissione completa dall’HIV), confermata dopo 39 mesi.
  • Presentato uno studio su processi microfluidici sviluppato per profilare l’espressione di cellule infette che mantengono la latenza del DNA dell’HIV. Si tratta di un importante passo avanti verso la cura in quanto l’uso di nuovi biomarcatori è necessario per studiare come stanare le cellule infette dai serbatoi di latenza per esporle alla terapia ARV.