Cattive notizie sulle nuove infezioni

Scoprire di essere sieropositivi è sempre difficile. Ora i ricercatori hanno scoperto che per chi si infetta ora potrebbero esserci in serbo notizie anche peggiori. Infatti, sulla base di uno studio condotto da alcuni ricercatori olandesi, presentato a Parigi nel corso della 2.a conferenza internazionale dello IAS, circa il 10% delle nuove infezione potrebbero riguardare ceppi già resistenti al trattamento antiretrovirale.I ricercatori hanno analizzato campioni di plasma prelevati in 17 paesi europei (esclusa la Francia ed il Regn) da oltre 1,600 persone sieropositive (28% femmine, 72% maschi) nel periodo compreso tra il 1996 ed il 2002. Al momento del prelievo nessuna delle persone incluse nello studio stava utilizzando un trattamento antiretrovirale, e la carica virale media era di 60,000 c/mL. Il dato sulle resistenze ad ognuna delle calssi di faramci esiestenti è il seguente:

  • inibitori nucleosidici della trascriptasi inversa: sono state individuate resistenze ad AZT (Retrovir), d4T (stavudina, Zerit) e tenofovir (Viread)
  • inibitori della proteasi: sono state individuate resistenze ad indinavir (Crixivan) e nelfinavir (Viracept)
  • non-nucleosidici: sono state individuate resistenze a tutti i non-nucleosidici: delavirdina (Rescriptor), efavirenz (Sustiva) e nevirapina (Viramune)

    Sulla base dei dati dello studio i ricercatori suggeriscono ai medici di richiedere sempre un test di resistenza, anche per prescrivere una terapia di prima linea. Serviranno ulteriori studi per determinare quale sia la situazione nei paesi che non erano compresi nello studio – Francia e regno Unito.