COMUNICATO STAMPA
Bologna, 14 luglio 2025 – Il 29 marzo 2024 segna per il BLQ Checkpoint l’inizio della collaborazione con l’architetto Massimo Manfredini per la progettazione del primo ambulatorio ufficiale all’interno del centro. Un passo fondamentale verso il potenziamento dei servizi rivolti alla prevenzione dell’HIV e alla promozione della salute e benessere sessuale.
A più di un anno da quella data, però, i lavori non sono ancora iniziati. A bloccarli, una serie di ostacoli burocratici e istituzionali che si rincorrono tra Regione, AUSL e Comune. Un immobilismo che rischia di compromettere la sostenibilità di un intervento che ha già comportato mesi di studio e investimenti economici da parte di Plus, e che si configura sempre più come un freno all’efficacia di un’azione di salute pubblica sul territorio.
Tra le cause del ritardo, la circolare della Regione Emilia-Romagna che impone agli infettivologi di erogare la PrEP esclusivamente presso i propri ambulatori ospedalieri ha di fatto ignorato l’esperienza pluriennale del PrEP Point, attivo al BLQ Checkpoint dal 2018 in collaborazione con il reparto di Malattie Infettive del Policlinico S. Orsola, che ha seguito 357 persone nel loro percorso di prevenzione.
Anche le verifiche tecniche dell’AUSL di Bologna hanno richiesto tempo per riconoscere la natura specifica del BLQ Checkpoint: non un ambulatorio ospedaliero, ma un centro di comunità, basato sull’ascolto, il counselling e la prevenzione peer-to-peer. Una volta compreso questo elemento distintivo, l’Azienda Sanitaria ha mostrato apertura, con l’augurio che possa diventare un partner attivo nel rilancio del progetto.
Tuttavia, lo stallo continua. Il Comune di Bologna – città firmataria dell’iniziativa Fast Track City – ha fermato l’approvazione del progetto architettonico, che prevedeva un adeguamento non strutturale ma funzionale degli spazi, con soluzioni di arredo conformi ai requisiti igienico-sanitari. Ad oggi, 14 luglio 2025, il BLQ Checkpoint è ancora in attesa di risposte concrete da parte dell’amministrazione e delle forze politiche che si erano impegnate a sostenere il progetto.
Questo immobilismo colpisce non solo direttamente le 357 persone che, senza il supporto del BLQ Checkpoint, avrebbero probabilmente gravato su un sistema sanitario già fragile o eventualmente ricevuto diagnosi tardive di HIV, ma un’intera comunità che in questo spazio troverebbe relazioni di fiducia, un luogo sicuro e non giudicante dove la salute si costruisce in modo partecipato e consapevole.
L’esperienza del BLQ Checkpoint ha contribuito, dati del servizio epidemiologico regionale alla mano, alla riduzione significativa delle diagnosi in fase avanzata rispetto ad altri capoluoghi di regione. Eppure, a fronte di questi risultati, si continua a riscontrare un disinteresse istituzionale preoccupante. La comunità continua a chiedersi cos’altro debba ancora accadere affinché venga riconosciuto il valore del nostro lavoro. Una disattenzione istituzionale che non è nuova, né casuale. “La politica non è interessata all’HIV – commenta Sandro Mattioli, presidente di Plus – perché oggi non si muore più come negli anni ’80 e ’90. Ma questa è una scelta miope, che il Paese sta già pagando con l’aumento progressivo delle nuove diagnosi, anche quest’ultime nella sostanziale indifferenza della politica.”
Alla luce di tutto ciò, il BLQ Checkpoint chiede alle istituzioni che:
• Il Comune di Bologna sblocchi senza ulteriori indugi l’iter per l’ambulatorio, seguendo il protocollo che ha sottoscritto;
• La Regione Emilia-Romagna aggiorni le normative per permettere la reale accessibilità alla PrEP nei contesti di comunità e definire il perimetro di azione dei centri community-based con i Checkpoint;
• L’AUSL di Bologna attivi una modalità di collaborazione effettiva, non meramente formale;
• Venga finalmente istituito il Tavolo provinciale HIV, come previsto da circolare regionale.
Il BLQ Checkpoint non è un’eccezione, ma un modello di sanità di prossimità che funziona. Non possiamo più permettere che l’HIV venga reso ulteriormente invisibile nel dibattito politico e sanitario, mentre le nuove diagnosi aumentano e i servizi di prevenzione vengono sistematicamente ostacolati. Perché se nulla si muove, a guadagnarci sarà solo il virus.
Non chiediamo privilegi, chiediamo solo che le promesse vengano mantenute.
BLQ Checkpoint
www.plus-aps.it/blqcheckpoint/
info@plus-aps.it
Sandro Mattioli
Plus aps
+39 3404863712
Nota di Nadir
Mentre tutte le autorità e le istituzioni dichiarano il proprio supporto al lavoro nobile che svolgono le Organizzazioni HIV e IST, mentre l’attività complementare al Servizio Sanitario dei cittadini che operano nei check point per diminuire l’aumento di diagnosi HIV e IST, la burocrazia nasconde in modo goffo il vergognoso immobilismo conservatore delle amministrazioni. Non conosciamo a fondo gli ostacoli a questa situazione, ma si sa che in Italia i pionieri sono guardati con sospetto, bloccati contro il muro di gomme delle istituzioni, anche quando contribuiscono alla Salute della comunità.
Nadir chiede la massima mobilitazione di tutti (ministero, Gabinetto, Dipartimenti, SIMIT, Terzo Settore, agenzie statali e organi regionali) per superare gli ostacoli all’applicazione immediata di misure in linea con le necessità dei cittadini, ben note a EMA, ECDC, OMS.