Ayatollah, morte ai diffusori di Aids

Il grande ayatollah Yusef Sane’i, ex procuratore generale iraniano e oggi insegnante al seminario teologico nella citta’ santa sciita di Qom, ha emesso una fatwa (decreto religioso) affermando che devono essere condannati a morte i malati di Aids o i sieropositivi che diffondono la malattia volontariamente. Un atto di questo genere, ha detto l’importante religioso, citato oggi dalla stampa, deve essere punito dai giudici come un omicidio volontario. Un reato per il quale e’ prevista normalmente la condanna capitale. Il decreto emesso dal grande ayatollah Sane’i non diventera’ tuttavia legge dello Stato. Secondo la tradizione sciita, infatti, solo coloro che si considerano seguaci di uno dei piu’ importanti leader religiosi sono tenuti ad agire secondo le sue opinioni. Sara’ quindi questo il caso dei giudici che riconoscono in Sane’i il loro modello. Secondo il ministero della sanita’, sono attualmente 5.800 i malati di Aids in Iran, ma si teme una rapida diffusione della malattia. Non si hanno invece indicazioni precise sul numero dei sieropositivi. Recentemente un uomo iraniano di 50 anni, malato di Aids, e’ stato arrestato su segnalazione dell’Interpol dopo essere stato condannato in Svezia per avere avuto rapporti sessuali non protetti con 140 donne in quel Paese. Secondo la polizia, anche dopo il rientro in patria l’uomo ha continuato la sua frenetica attivita’ sessuale, mettendo in pericolo molte ragazze iraniane.