Aids, quasi mille nuovi casi negli ultimi sei mesi

Lo dice l’aggiornamento periodico dell’Istituto Superiore di Sanità. Il trend di contagio non viene abbattuto per la bassa percezione del rischio da parte di vasti strati di popolazione.Quasi mille nuovi casi di Aids in Italia: lo dice l’Istituto Superiore di Sanità nel suo ultimo aggiornamento, che tratteggia un quadro preoccupante della situazione dei contagi nel nostro Paese.

Sono 848 gli italiani entrati negli ultimi sei mesi nella lista ufficiale dei nuovi casi di Aids in Italia e il 62% arriva alla diagnosi senza avere saputo, per un lungo periodo, di essere stato sieropositivo. In tutto i casi, diagnosticati dall’inizio dell’epidemia, sono oltre 52.000 (51.968 quelli segnalati, ma 52536 quelli stimati correggendo per il ritardo della notifica). Di questi, oltre 33.500 sono deceduti.

Al 30 giugno di quest’anno il trend dei nuovi casi di Aids e’ in una fase di stabilizzazione. I motivi della mancanza di un abbassamento tendenziale risiedono nel fatto che oltre il 62% delle persone a cui viene posta diagnosi di Aids non ha fatto terapie anti-retrovirali prima della diagnosi, ignorando lo stato di sieropositivita’. A questo proposito, l’87% dei tossicodipendenti, ma solo il 38% degli eterosessuali ed il 43,5% degli omo/bisessuali, ha avuto una diagnosi di sieropositivita’ almeno 6 mesi prima della diagnosi di Aids. La trasmissione sessuale e’ oggi la principale modalita’ di diffusione dell’AIDS/HIV nel nostro Paese.

Le variazioni geografiche restano simili a quelle riscontrate nel corso di tutta l’epidemia, con tassi di incidenza piu’ elevati, nell’ordine, in Lombardia, Lazio, Sardegna, Liguria ed Emilia Romagna. Molise e Basilicata sono le regioni col piu’ basso tasso di incidenza registrato nell’ultimo anno. A causa dell’incremento della sopravvivenza, aumenta il numero di persone che vivono dopo una diagnosi di Aids, che sono oggi piu’ di 18.500.

In conclusione, sebbene l’incidenza di nuovi casi di AIDS sia inferiore a quella dell’anno del picco epidemico (1995), il declino, sottolinea l’Istituto Superiore di Sanita’, sembra arrestarsi a causa della bassa percezione del rischio di vasti strati di popolazione. Pochi test, quindi, e un ritardato accesso al trattamento. In conseguenza dei successi, a breve e medio termine, della terapia, aumentano le persone che vivono a lungo dopo una diagnosi di Aids. Cio’ determina anche un aumento del totale delle persone sieropositive (persone con Aids e infetti asintomatici), che stimano essere oggi circa 120.000.