EDUCAZIONE SESSUALE A RISCHIO: LA POSIZIONE FISS SUL DDL 2324
“GRAVE PASSO INDIETRO PER LA SALUTE DEI GIOVANI”

Catania, 18 ottobre 2025 – La Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (FISS) esprime forte preoccupazione per il testo del ddl sul consenso informato preventivo, attualmente in discussione in commissione Cultura alla Camera dei Deputati.

Il provvedimento infatti blocca o rende estremamente difficoltosa la realizzazione dei programmi di educazione all’affettività e alla sessualità rivolti ai minori nella scuola.

“Non solo l’Italia è rimasta uno dei pochi Paesi europei senza una legge sull’educazione sessuale obbligatoria a scuola – come raccomandato da tempo dalle principali agenzie internazionali quali ONU, UNESCO e OMS – ma in caso di conferma del ddl assisteremmo a un grave ulteriore passo indietro con ricadute pesantissime sulla salute dei giovani, proprio in un momento nel quale le infezioni a trasmissione sessuale stanno registrando un drammatico aumento tra giovani e giovanissimi, e l’esigenza di interventi volti a prevenire la violenza di genere, l’abuso e le condotte sessuali a rischio è sempre più in evidenza nell’agenda di sanità pubblica”, commenta Salvo Caruso, ginecologo e presidente della Federazione.

È bene ricordare che l’UNESCO, sulla base di una rassegna a livello mondiale della letteratura scientifica relativa ai progetti, ha rilevato la chiara evidenza degli effetti positivi che l’educazione sessuale esercita sullo sviluppo di bambini/e e adolescenti, sia a livello di conoscenze sia di atteggiamenti e competenze, riducendo comportamenti a rischio, gravidanze non desiderate, aborto, infezioni sessualmente trasmesse, violenza e abuso. Il tutto agendo non solo sui comportamenti di salute, ma promuovendo efficacemente il rispetto dei diritti umani e la parità di genere.

L’OMS, inoltre, ha più volte raccomandato l’introduzione dell’educazione sessuale obbligatoria nelle scuole a partire dalla scuola d’infanzia, redigendo apposite linee guida per l’educazione sessuale in Europa che l’Italia non ha ancora adottato, pur se un Tavolo di lavoro al Ministero della Salute, al quale la FISS ha partecipato negli scorsi anni, ha realizzato un loro adattamento alla realtà culturale e scolastica del nostro Paese, elaborando una proposta di linee di indirizzo da tempo giacente in attesa di finalizzazione presso lo stesso Dicastero.

“Il testo del ddl che sta per essere approvato in commissione Cultura non solo va contro queste autorevolissime raccomandazioni e Linee guida, eludendo oltretutto le ripetute sollecitazioni di Agenzie come l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza (nazionale ed europea), ma va contro gli stessi progetti attivati nel corso degli ultimi anni dal Ministero della Salute, che ha ripetutamente finanziato progetti quali EduforIST (attivo fino allo scorso anno scolastico in sette Regioni d’Italia con supporto di Università, ONG, servizi sanitari e un team di esperti qualificati) che hanno operato prioritariamente, anche se non solo, proprio sulle scuole secondarie di primo grado (che con questo ddl verrebbero escluse), raggiungendo risultati eccellenti e documentati sia in termini di efficacia che di altissimo gradimento da parte di studenti, studentesse, genitori, insegnanti e dirigenti scolastici”, commenta Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona, vice presidente della FISS.

“Riguardo al ruolo dei genitori, come Federazione sottolineiamo il fatto che essi rappresentano un soggetto fondamentale nell’organizzazione e nella realizzazione dei progetti di qualità, dove non solo il loro ruolo e le loro esigenze vanno tenute in considerazione, ma dove gli stessi vengono coinvolti in attività loro dedicate che possano aiutarli a svolgere con più efficacia e consapevolezza il loro fondamentale ruolo educativo, nell’ottica di promuovere al massimo grado quell’alleanza educativa scuola/famiglia/servizi sanitari/esperti volta al supremo interesse dei minori”, spiega Roberta Giommi, psicoterapeuta, sessuologa clinica, direttrice dell’Istituto internazionale di sessuologia di Firenze, componente del direttivo FISS.

La FISS ribadisce che il poter partecipare ad attività informative e formative fondamentali per la crescita sana e responsabile costituisce un diritto imprescindibile di bambini, bambine e adolescenti, e che a tutela dei diversi orientamenti familiari va considerato che i progetti di qualità sono rispettosi della diversità di atteggiamenti e valori presenti nelle diverse realtà, ovviamente quando questi non siano in contrasto con i diritti umani fondamentali sanciti a livello internazionale.

“Un punto sul quale concordiamo con gli estensori del ddl è l’attenzione alla serietà e competenza degli esperti che saranno convolti nelle attività in classe: la FISS, proprio per la consapevolezza dell’estrema delicatezza e complessità della materia nei tanti risvolti bio-psico-sociali ed etici, ha istituito da tempo un Registro interno nazionale dove possono accedere solo esperti che abbiano soddisfatto criteri formativi rigorosi che assicurino la correttezza e la qualità degli interventi educativi sia sul piano delle competenze teoriche e metodologiche sia sul piano del rispetto dei valori e dei diritti sessuali e diritti umani fondamentali”, osserva Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa, direttrice dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma e past president della FISS.

“Ci auguriamo dunque che forze politiche mature e responsabili vogliano tutelare benessere e diritti alla salute di bambini, bambine e adolescenti, evitando di limitare o sbarrare loro l’accesso ad attività educative dalla seria base scientifica e metodologica rivolte alla prevenzione della violenza e alla promozione del rispetto, della parità di genere, e di comportamenti salutari, rispettosi e responsabili nei confronti di sé e degli altri”, aggiunge Stettini.

In conclusione la Federazione auspica che si possa giungere ad evitare -o quantomeno a contenere- i gravi pericoli insiti nelle derive ideologiche di natura fondamentalista, che procedono purtroppo trascurando sia le evidenze scientifiche, sia le emergenze sanitarie, sia le pressanti richieste che provengono dai giovani.

 

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