ALLARME IN ITALIA: GLI STANDARD DI CURA PER l’HIV/AIDS NON SONO GARANTITI

Oramai non si contano più le segnalazioni ricevute dai pazienti in merito all’accesso alle terapie antiretrovirali e alla diagnostica. Vari i centri in cui non sono disponibili i farmaci per il trattamento per l’HIV. Da nord a sud: un grave problema che mai Nadir si sarebbe sognata dover segnalare nel 2005.

Abbiamo ricevute numerose segnalazioni sul fatto che molti centri clinici non garantiscono l’accesso ai nuovi farmaci per la cura dell’HIV/AIDS: al sud addirittura vi è un caso emblematico in cui i farmaci approvati negli ultimi anni non sono disponibili, costringendo i pazienti a migrare verso altri centri. Al nord, in nome di non si capisce quale criterio di risparmio, molti pazienti sono costretti a non utilizzare i farmaci combinati in quanto non disponibili.

Si sentono dire da alcuni medici frasi del tipo” Prenderanno 4 compresse due volte al giorno invece che due” o addirittura “questo farmaco noi non lo compriamo, andate da un’altra parte”.

Varie le situazioni: commissioni per l’aggiornamento del prontuario ospedaliero che non si riuniscono, primari che segnalano il fatto di non poter dare disponibilità dei farmaci combinati, centri che stanno letteralmente regredendo non rendendoli più disponibili e costringendo i pazienti ad assumere una quantità di pillole da anni ’90.

L’eterogenietà della casistica non consente di stabilire se la colpa è da imputare alle farmacie ospedaliere, alle direzioni generali che vogliono risparmiare a danno dei pazienti, a primari più o meno “distratti”: sta di fatto che la situazione è gravissima. Segnalati problemi anche sulla diagnostica: riduzione delle cariche virali totalmente ingiustificate con rischio di prescrizioni di farmaci inutili.

In una patologia in cui l’aderenza è la chiave per il successo terapeutico, non ci si può permettere di non rendere disponibili i farmaci. Segnalate anche situazioni paradossali di presunte interruzioni di terapia nel contesto di sperimentazione, in nome anche del risparmio.

Mai ci saremmo sognati di dover segnalare questa situazione. E’ opportuno chiedere l’intervento del Ministero della Salute, dell’Agenzia Italiana del Farmaco e delle autorità competenti per non permettere che questo tipo di discriminazione diventi imperante.

Chiediamo a tutte le associazioni di lotta all’HIV/AIDS di effettuare monitoraggi costanti e denunciare i casi anomali.

Nadir