Virus 1 – Scienza 0: un triste momento nella storia dell’HIV

Proponiamo alcune considerazioni sullo studio Pfizer A4001026 su pazienti naive sul nuovo farmaco anti-CCR5 (maraviroc, UK-427,857): per noi è un triste momento nella storia della lotta contro l’HIV. Editoriale di Nadir Onlus.Considerazioni su uno studio:

L’EATG ed I-CAB (Italian Community Advisory Board) hanno criticato aspramente lo studio sui pazienti naive della nuova molecola anti-CCR5: sostanzialmente a giudizio della più grande organizzazione europea che si occupa di trattamenti per l’HIV e di ICAB, network di associazioni che svolge un importante, quanto unico, ruolo di advisory in Italia sui protocolli di ricerca, il protocollo mette inutilmente a rischio persone HIV-positive che non hanno mai assunto terapia antiretrovirale, permettendo l’arruolamento senza criteri “di sicurezza” adeguati. Nessun limite sui CD4, nessun limite sulla carica virale: lo studio è stato tacciato di “non eticità”.

Posizione delle associazioni:

Questa posizione è stata sposata anche da molti clinici europei ed italiani, da varie autorità regolatorie che non hanno permesso il fatto che sul loro territorio lo studio potesse essere svolto. Differente invece è stata la reazione degli attivisti americani, che hanno invece criticato aspramente le posizioni degli attivisti europei, in nome di non si capisce bene quali criteri: leggendo le dichiarazioni di alcuni di essi, sembrerebbe che a loro giudizio la scienza debba sempre averla “vinta”, indipendentemente dalle modalità. Conosciamo bene, purtroppo, il problema presente negli USA in merito alle terapie per l’HIV: un protocollo di ricerca infatti è visto come una opportunità di accedere gratuitamente a farmaci, questo a causa della mancanza di sistemi sanitari nazionali analoghi ad altri presenti in Europa.

Nadir, associazione membro di I-CAB, ha contribuito alla critica a questo studio: onestamente, è opportuno dirlo, per non passare da “faciloni o semplici criticoni”, la decisione non è stata semplice, ma ci siamo sentiti tutti uniti nel comunque dare uno scossone ad una strategia di disegno dei protocolli di ricerca ritenuta troppo orientata alla velocità ed al profitto, a scapito della salute delle persone. Infatti esistono regimi terapeutici più che validati nei pazienti naive, i quali devono essere tutelati in tutti possibili modi.

Conclusione:

In conclusione, vorremmo specificare che quando il mondo dell’industria, delle associazioni, dei clinici che hanno contribuito al disegno dello studio si trovano in disaccordo causa mancanza di dialogo o di comprensione, per noi di Nadir è sempre un triste momento nella storia della battaglia contro “il maledetto HIV”: sarebbe forse opportuno tenere, per il futuro, sempre presente questo concetto, ossia che, stiamo tutti lottando contro un maledetto virus insieme, pur con interessi legittimamente differenti: cerchiamo dunque di evitare altri spiacevoli episodi di questo tipo.