OLTRE LA CARICA VIRALE NON RILEVABILE: UN APPROCCIO PROATTIVO E PREVENTIVO. QUALI ASPETTATIVE DALLA VITA?

On-line le presentazioni dei relatori al seminario di Nadir 2017 (21 Settembre 2017). 66 partecipanti appartenenti a 29 associazioni di pazienti e/o comunità colpite.

L’efficacia viro-immunologica e la convenience (ossia la comodità nell’assunzione) delle moderne terapie antiretrovirali di combinazione (cART) consentono, oggi, nella maggior parte dei casi, di potere paragonare l’aspettativa di vita delle persone con HIV con quella delle persone HIV negative. Si parla, infatti, dell’inserimento dell’infezione da HIV – per tempo diagnosticata e adeguatamente trattata – tra le patologie croniche.

Tuttavia, l’insorgenza di comorbosità (multimorbosità) più o meno collegate al fenomeno dell’invecchiamento, così come in parte la gestione della tollerabilità delle stesse terapie, sono problematiche all’ordine del giorno e tutt’ora irrisolte della gestione complessiva (clinica e non clinica) dei pazienti, che portano alla luce il vero problema delle persone con HIV oggi: la fragilità.

Con il termine ottimizzazione della cART si indica il cambiamento della terapia antiretrovirale assunta del paziente in condizione di carica virale plasmatica non rilevabile. Tale strategia è, in sostanza, finalizzata ad ottenere il miglior risultato possibile per la persona, cercando di gestire al meglio ‘la fragilità’ del paziente.

Le nuove opzioni terapeutiche oggi e nel breve disponibili, consentono l’ottimizzazione del regime antiretrovirale principalmente per le seguenti ragioni:

  • Intolleranza al regime in atto (effetti indesiderati, documentata tossicità);
  • Regime in atto che possa aggravare comorbosità presenti;
  • Prevenzione di tossicità a lungo termine (pre-emptive switch);
  • Necessità di migliorare l’aderenza del paziente alla terapia;
  • Semplificazione del regime in corso.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità e le Linee Guida Italiane (si vedano le parti “Aderenza” e “Qualità della Vita”), il rapporto tra il paziente e lo staff sanitario (medico, infermiere o altro operatore sanitario) deve essere una partnership che attinge alle capacità di ciascuno. In particolare, relazioni efficaci al fine di garantire il successo dell’intervento sono caratterizzate da un ambiente in cui vengono esplorati diverse opzioni terapeutiche, il regime viene negoziato, l’aderenza è discussa e il follow-up è previsto con chiarezza.

Quanto enunciato ai punti precedenti pone il paziente in un ruolo centrale per la definizione della sua salute a lungo termine: se la sensibilizzazione su alcune tematiche è base imprescindibile della conoscenza, sarà però l’empowerment del paziente stesso il generatore naturale di un equilibrato rapporto medico-paziente.

La giornata del 21 Settembre 2017 esplora e approfondisce queste tematiche attraverso l’aiuto di relatori esperti della materia. Scarica il programma.

TERAPIA DI OTTIMIZZAZIONE E RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE

Massimo AndreoniLe nuove proposte terapeutiche per affrontare il lungo termine
Università Tor Vergata di Roma, Roma
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Adriana Ammassari Come affrontare, oggi, il cambiamento terapeutico? L’importanza della relazione medico-paziente
Istituto Nazionale Malattie Infettive L. Spallanzani, Roma
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Simone MarcotullioOltre la carica virale non rilevabile: la sfida del cambiamento terapeutico
Nadir Onlus
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      PROGETTARE LA SALUTE GLOBALE

Giovanni GuaraldiCome catturare i bisogni delle persone con HIV? L’importanza della “pre-visita”
Università di Modena e Reggio Emilia
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Giulio Maria CorbelliCome esprimere appieno i bisogni delle persone con HIV?
PLUS Onlus
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CASE STUDIES INTERATTIVI SULLE DIFFICOLTÀ DELL’OTTIMIZZAZIONE/INTERVENTO
Moderatore: Filippo Schloesser

  • Quando risulta difficile parlare con il proprio paziente? Dialogo/confronto con la sala….
    Adriana Ammassari, Giovanni Guaraldi
  • Quando risulta difficile parlare con il proprio medico? Dialogo/confronto con la sala….
    Giulio Maria Corbelli, Simone Marcotullio

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