EACS/MADRID – “LINEE GUIDA EUROPEE”: SI POTEVA FARE MEGLIO…

Rendiamo disponibile in anteprima parte del report di Delta n.38 (in distribuzione in dicembre 2007) dell’11-esima Conferenza Europea sull’AIDS/EACS Madrid, 24-27 Ottobre 2007. Di Simone Marcotullio – commento.
E’ stato distribuito un simpatico “bignami” dal titolo:”European AIDS Clinical Society – Guidelines for the Clinical Management and Treatment of HIV Infected Adults in Europe – 2007”. Si tratta di un opuscoletto che contiene la summa su alcuni importanti argomenti di gestione della patologia. Tuttavia alcune domande sorgono spontanee…

Questa la struttura del documento (diviso in capitoletti):

-Come valutare i pazienti con HIV alla prima visita e alle visite successive. Anamnesi da effettuare sui pazienti con HIV al basale e successivamente. Elenco degli esami diagnostici.

-Infezione primaria. Definizione, trattamento, resistenze e trasmissione.

-Raccomandazioni per la terapia di esordio: quando e come iniziare il trattamento farmacologico.

-Fallimento virologico: definizione e gestione.

-La terapia per le donne in gravidanza.

-La profilassi post-esposizione.

-Linee guida per la prevenzione e la gestione delle complicanze metaboliche in HIV: prevenzione, gestione, trattamento, implicazione dei farmaci, lipodistrofia, diabete di tipo 2, iperlattatemia, ipertensione.

-Raccomandazioni per il counselling di pazienti con coinfezioni epatiche.

Nel momento in cui ho preso in mano il librettino, l’ho trovato “una buona idea”. Leggendolo, pur con alcuni concetti che possono essere discutibili (ma non è questa la sede…e poi si sa…chi non è co-autore di documenti è, quasi sempre, immediatamente, “critico”…!), mi sono chiesto, con il passare dei giorni, quale sarebbe la finalità di questo documento. Esso non contiene né forza delle raccomandazioni, né grado di evidenza. Aspetto che, francamente, per un documento che si definisce “di linea guida”, è fondamentale. Si definisce anche “europeo”, seppur scritto da un panel di esperti (senza pazienti!) che si contano su due mani. Ne è autore una società scientifica europea che non ha rapporti formali né con gli stati membri dell’unione, tanto meno con le autorità regolatorie.

Allora, perché e ‘per chi’ è stato fatto questo documento?

Per i medici? Beh…forse si è ritenuto che fosse importante, per gli infettivologi, mettere nero su bianco “l’ABC” della pratica clinica. Un po’ offensivo direi…questo è il mio primo commento. Tuttavia, potrebbe essere un buon strumento per i corsi di laurea, il giorno prima di dare un esame: un bel modo di fare un “ripassone”. Come paziente, mi sento più tutelato: per fortuna che se mi becco uno specializzando…ora sa cosa fare!

Per i pazienti? Più probabile: da esso si potrà trarre spunto per un sacco di piccole pubblicazioni per la community. Oppure, si potrà dire: “Quando vai dal medico…portati la fotocopia di pagina 3 e 4, così si potrà dire che esami ti deve fare!”. Un po’ grottesco…e anche svilente per tutti.

Per le aziende farmaceutiche? “Facciamo in modo di accontentare un po’ tutti…”. Questo commento sembra quello, purtroppo, più appropriato.

Sarebbe veramente auspicabile trovare la modalità istituzionale e normativa per produrre un vero documento di linea guida tale che miri a garantire le stesse possibilità di cura e diagnosi in tutti i paesi europei. Tuttavia, questo “bignami” è ben lontano da esserlo…speriamo almeno che serva a porre l’accento sul fatto che la patologia è complessa e multidisciplinare.